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Tra il fumo delle torce in maggioranza anche Fli. E torna Impegno sociale

Non bastavano le liti continue fra maggioranza di centrosinistra e opposizione andate in scena durante il Consiglio fiume di ieri. Le torce con le frequenti sfiammate hanno scompaginato la costellazione dei gruppi di minoranza, da cui si è staccato il consigliere Antonio Pisanelli di Fli

BRINDISI – Non bastavano le liti continue fra maggioranza di centrosinistra e opposizione andate in scena durante il Consiglio fiume di ieri. Le torce con le frequenti sfiammate hanno scompaginato la costellazione dei gruppi di minoranza, da cui si è staccato il consigliere Antonio Pisanelli di Fli: alla fine hanno votato seguendo il Pd, il Centro democratico, Udc, Progettiamo Brindisi e anche Impegno sociale, partito che ieri è tornato in aula dopo un periodo di assenza, a conferma di un avvicinamento che potrebbe portare al ritorno in giunta, di nuovo nella titolarità della delega ai Servizi sociali ritirata ad Alfredo Sterpini.

La maratona consiliare di ieri, quindi, non poteva che avere un’eco oggi, alimentata dal turbinio di telefonate tra gli stessi consiglieri comunali di minoranza, più di qualcuno dei quali con un diavolo per capello perché mai avrebbe immaginato una manovra di retromarcia da parte di Pisanelli, in nome del quale aveva parlato persino Mauro D’Attis, di Forza Italia. O almeno così riteneva l’ex candidato sindaco per il centrodestra, quando ha ribadito da un lato la necessità di azioni concrete in materia di tutela della salute e dall’altro l’impossibilità di arrivare a un’ordinanza di chiusura degli stabilimenti del Petrolchimico, come conseguenza dell’accensione delle torce, non essendo stati rilevato il superamento dei limiti massimi di legge.

Ma D’Attis confidava dell’accoglimento della proposta lanciata da Riccardo Rossi, di Brindisi Bene Comune, per avere una commissione di esperti a cui affidare la definizione delle cause sulle fiammate e l’ accertamento delle conseguenze per la salute, così come era convinto della bontà della proposta – sempre di Rossi – di potenziare la rete di monitoraggio per la qualità dell’aria. Invece, la sorpresa, dopo l’affossamento posto in essere dal centrosinistra, trainato dal Pd: Pisanelli ha alzato la mano quando il presidente del Consiglio, Luciano Loiacono, ha chiesto chi votasse contro.

Anche lui contro, per un totale di 17, compreso il sindaco Mimmo Consales, nonostante nel suo intervento, avesse ribadito la necessità di evitare spaccature in città, perché Brindisi non può avere nemici quando si tratta di salute e lavoro. Eppure lo strappo c’è stato, le contestazioni dal pubblico idem. “Può essere che Pisanelli abbia votato no per sbaglio”. Nossignore,  ha votato per scelta e successivamente è rimasto in Aula garantendo il numero legale, pari a 16, necessario per la prosecuzione dei lavori per il riaccertamento dei residui, poiché il primo cittadino nel frattempo aveva lasciato il Consiglio.

Il motivo? “Non ho condiviso la richiesta di chiusura degli impianti”, spiega. Ma la parte relativa all’intervento del sindaco, con ordinanza di chiusura, è stata cassata: “Non c’entra niente, è una questione di principio. E poi non sono d’accordo sul monotematico sulle torce perché non si conclude niente”. In verità anche del consiglio dedicato alle torce non c’è traccia nella versione rimaneggiata dell’ordine del giorno di Rossi: la proposta di una seduta ad hoc è arrivata da Consales.

Quanto, poi, alla sua permanenza in aula mentre le minoranze lasciavano il Comune, Pisanelli spiega: “Sono un consigliere responsabile, entrare e uscire così non mi è mai piaciuto. Non avrebbe avuto neppure senso mettere in difficoltà la maggioranza”. Il Pd ovviamente ha apprezzato. “Mi auguro che adesso Euprepio Curto ne prenda atto, lui che da destra è passato a sinistra con Michele Emiliano (alle regionali, ndr) e che meno di un anno fa mi attaccò dicendo che stavo cambiando casacca”.

Il Pd ha anche incassato il voto di Antonio Manfreda, consigliere di Impegno sociale, partito che da settimane se non mesi, ha disertato il Consiglio in segno di contestazione con l’azione politico-amministrativa ritenuta poco incisiva: le assenze sono costate la permanenza dell’assessore ai Servizi sociali, tanto è vero che la delega è tornata la sindaco ma, da ieri è verosimile che si arrivi alla pace.

Il che vuol dire ritorno in giunta di Impegno sociale. Ovviamente non con l’ex assessore Alfredo Sterpini, ma con un nome che dovrebbe essere consegnato dal capogruppo Carmelo Palazzo il quale, secondo voci insistenti, avrebbe sentito il riconfermato consigliere regionale del Pd Pino Romano, molto vicino al sindaco.

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