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Cronaca

Ancora esclusioni al porto per Giurgola e l'azienda di cui oggi è solo socio

Prima il divieto d’ingresso in area portuale, poi il ritardo nel pagamento di una fattura emessa a gennaio per lavori svolti tra il 2010 e il 2014, infine l’esclusione (ovviamente contestata) da una gara d’appalto. L’Autorità portuale, o forse solo qualche suo dirigente, sta facendo pagare a carissimo prezzo all’azienda dell’imprenditore Pasquale Giurgola

BRINDISI - Prima il divieto d’ingresso in area portuale, poi il ritardo nel pagamento di una fattura emessa a gennaio per lavori svolti tra il 2010 e il 2014, infine l’esclusione (ovviamente contestata) da una gara d’appalto. L’Autorità portuale, o forse solo qualche suo dirigente, sta facendo pagare a carissimo prezzo all’azienda dell’imprenditore Pasquale Giurgola il folle gesto compiuto a febbraio scorso, quando l’uomo entrò nella stanza dell’allora presidente Iraklis Haralambidis armato di pistole e puntando una delle armi contro il professore greco ed il segretario generale dell’ente.

Per quel gesto Giurgola ha patteggiato una condanna a due anni e mezzo di reclusione, il 19 giugno scorso: l’imprenditore non è più amministratore della sua società, la Bis, ed è tornato in libertà dopo cinque mesi di arresti domiciliari. L’Autorità portuale ha comunque deciso di impedirgli l’accesso in porto, probabilmente sulla base di regolamenti interni che hanno maggior valore delle decisioni dei giudici.

Una seconda beffa è arrivata nei giorni scorsi quando il personale dell’azienda, oggi amministrata da Antonio D’Amico, si è sentito rispondere al telefono che una fattura emessa a gennaio dalla Bis per il servizio di rifornimento idrico alle navi a Costa Morena (effettuato nel periodo 2010-2014) non era stata ancora saldata “perché la responsabile dell’ufficio era in ferie”.

E tutto ciò malgrado il 10 agosto scorso il commissario Mario Valente avesse firmato il decreto di pagamento, il numero 17, proprio per la fattura della Bis di importo pari a 45.000 euro. Evidentemente Giurgola deve essere sfortunato, perché invece il decreto successivo, il 18, sempre del 10 agosto, è stato invece pagato: 450.000 euro al Consorzio Asi, per la realizzazione (futura) della Piastra logistica integrata. A rigor di logica si dovrebbe pagare seguendo l’ordino cronologico dei decreti di pagamento.

L’ultimo contrasto è delle ultime ore: il dirigente Francesco Di Leverano ha deciso di escludere la Bis dalla gara per i lavori di manutenzione della pavimentazione stradale, dell’arredo urbano e della segnaletica stradale. Importo a base d’asta (al ribasso): 750.000 euro. Motivazione dell’esclusione: «D’Amico e Giurgola hanno dichiarato il falso, omettendo di dichiarare all’ente la condanna del Giurgola, così come previsto dal decreto legislativo 163/2006». Sulla base di questo assunto “falso”, Di Leverano esclude la Bis, fa partire una segnalazione all’Autorità Anticorruzione e una denuncia all’autorità giudiziaria.

In azienda però prendono il decreto 163/2006 e si accorgono che l’articolo richiamato da Di Leverano non sembra richiedere, per le Srl come la Bis, la fedina immacolata anche per i soci dell’azienda, com’è oggi Giurgola, ma solo per l’amministratore e per il direttore tecnico. E per di più la condanna di cui Di Leverano reclamava notizia, all’epoca dell’esclusione non era ancora passata in giudicato. Seguirà ricorso al Tar, probabilmente una contro-denuncia. E avanti così, fino al prossimo episodio.

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