Ancora gravi i piloti brindisini precipitati con l'ultraleggero nel Salento
Massimiliano Bottallo e Oreste Adriani sono ancora ricoverati con prognosi riservata presso l'ospedale Vito Fazzi di Lecce. Una commissione dell'Enac dovrà chiarire la dinamica dell'incidente
BRINDISI – Versano ancora in gravi condizioni i due brindisini che sabato mattina (3 dicembre) si sono schiantati con un aereo ultraleggero nei pressi del piccolo aeroporto “Lecce-Lepore”, nell’agro di Vernole. Massimiliano Bottallo, 46 anni, e Oreste Adriani, 69 anni, sono tuttora ricoverati presso l’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Le loro prognosi restano riservate. I due, iscritti all’Aeroclub di Brindisi, erano decollati dalla pista di Fondone, vicino San Cataldo, a bordo di un Pro.Mecc Freccia monoelica, costruito in Salento. Bottallo è un dipendente della base Onu di Brindisi. Adriani è un ex pilota di Alitalia in pensione.
Entrambi hanno anni di esperienza alle spalle nel settore del volo. Le ragioni per cui l’aereo a bordo del quale si trovavano abbia improvvisamente perso quota, fino a impattare rovinosamente sul terreno, non sono ancora chiare. Il compito di appurare la dinamica dei fatti spetterà a una commissione di indagine dell’Enac.
Gli elementi finora raccolti dai carabinieri della compagnia di Lecce, coordinati dal pm Arnesano, non hanno sciolto i dubbi che avvolgono la vicenda. Da quanto appreso, si dovrà accertare nei prossimi giorni se l'aereo stesse effettuando delle evoluzioni in un'area in cui è consentito farlo, se si considera che il piccolo aeroporto di Fondone manca di alcune autorizzazioni ministeriali per essere utilizzato come punto di scalo.
Di grande importanza ovviamente potranno essere le testimonianze dei diretti interessati, che ancora, date le loro condizioni di salute, non sono stati ascoltati dagli investigatori.