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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Cellino San Marco

Ancora 'ponci': chiuse le indagini su tre persone, e c'è pure un avvocato

Ancora ‘ponci’, al secolo truffe in danno delle assicurazioni con falsi incidenti stradali e ancora una volta nei guai un avvocato che avrebbe avuto ruolo di “determinatore” del delitto contestato a tre persone in un avviso di conclusione delle indagini

CELLINO SAN MARCO - Ancora ‘ponci’, al secolo truffe in danno delle assicurazioni realizzate attraverso falsi incidenti stradali. Ancora una volta nei guai un avvocato che avrebbe avuto ruolo di “determinatore” del delitto contestato a tre persone in un avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del pm Raffaele Casto che fa presagire a breve l’avvio di un nuovo processo.

L’avviso è stato notificato a Giuseppe Maroccia, avvocato di Cellino San Marco, difeso da Francesco Cascione; Sergio Coletta, anch’egli di Cellino, difeso dall’avvocato Simona Ermanno e Natascia Intenza, cellinese pure lei, assistita dall’avvocato Livio Di Noi.

I fatti si sono verificati tra San Pietro Vernotico e Lecce nel 2011.I tre rispondono di falsa testimonianza in concorso per aver stabilito di dichiarare dinanzi al giudice di pace di San Pietro Vernotico di aver assistito a un incidente stradale in cui l’avvocato era coinvolto in prima persona. Per quel sinistro Maroccia aveva ricevuto, a quanto appurato nel corso delle indagini, un indennizzo di 5.500 euro.

Poi ancora frode pluriaggravata per due altri incidenti stradali del tutto inventati perché mai accaduti e finalizzati ad incassare il risarcimento del danno. Secondo l’accusa il “determinatore”, ovvero la mente, è sempre il legale. Infine falsa testimonianza ancora per un altro sinistro e per altre dichiarazioni rese dinanzi al giudice di pace di San Pietro Vernotico.

Insomma una serie di raggiri in parte denunciati direttamente dalle compagnie assicurative e una inchiesta su tre episodi che si aggiunge a quelle già andate a processo a Brindisi, una delle quali con circa 200 imputati, così tanti che si è preferito procedere in quattro tranche. E’ questa la ragione per cui il Brindisino viene considerato “zona rossa” dalle compagnie assicurative quando c’è da stabilire l’ammontare dei premi.

Secondo quello che è stato rilevato, il malcostume di truffare il prossimo anche a spese della collettività, non è affatto cessato. Se così non sarà dovranno dimostrarlo ora le difese degli indagati hanno in primo luogo 20 giorni di tempo per poter rendere interrogatorio davanti al pm. Scaduto il termine il pubblico ministero potrà chiederne il rinvio a giudizio. L’avvocato, anche per quel che concerne la sua professione, rischia davvero grosso. 

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