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Cronaca

Ancora sigilli "antimafia" ai Cannone

BRINDISI - Nuova tegola sul patrimonio di Ciro e Oscar Cannone, imprenditori brindisini. I militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Brindisi hanno eseguito a loro carico, ma hanno esteso all'intero nucleo famigliare, un nuovo provvedimento di sequestro anticipato antimafia dal valore di 714mila euro.

BRINDISI - Nuova tegola sul patrimonio di Ciro e Oscar Cannone, imprenditori brindisini con un passato vicino al contrabbando e al riciclaggio del denaro che con le attività illecite si riusciva ad accumulare. I militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Brindisi hanno eseguito a loro carico, ma in particolare hanno esteso all'intero nucleo famigliare,  un nuovo provvedimento di sequestro anticipato antimafia dal valore di 714mila euro. Nell’aprile scorso, sempre su richiesta del pm Giuseppe De Nozza, erano stati apposti i sigilli a beni per 1 milione e 700 mila euro.

Stavolta nel calderone, appurata la sproporzione tra redditi dichiarati e valore patrimoniale, il fondamento dei provvedimenti di sequestro finalizzati alla confisca antimafia, quel calcolo che fa presupporre che ciò che si possiede sia stato acquistato con soldi “sporchi”, ci sono finite le proprietà di famiglia: una villa al Casale, quattro autovetture, un rimorchio, una moto e un gommone.

Il 22 aprile scorso le fiamme gialle, al comando del maggiore Gabriele Sebaste, avevano “bloccato” con analogo provvedimento disposto dal gip di Brindisi, la ditta edile Euro Plast srl, oltre ad altre disponibilità finanziarie e mezzi. Secondo quanto accertato nel corso delle indagini Ciro Cannone (difeso dall’avvocato Gianvito Lillo), già condannato per contrabbando e sottoposto a misure di prevenzione, si sarebbe servito del figlio Oscar (difeso da Giuliano Calabrese e Giacomo Serio), come prestanome, ora indagato per riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, per finanziare la ditta con disponibilità finanziarie pari a 500.000 euro, direttamente derivanti dai reati per i quali è stato condannato.

Nel marzo 2010 fu disposto un provvedimento di confisca, nell’ambito dell’operazione Cash Flow II che si inseriva in una più ampia indagine su fatti compiuti a partire dal 1999, per 4 milioni di euro. Nell’elenco c’erano due società, la Nuova Resine Sud e la American Plast, due appartamenti, quattro garage, sette auto di lusso, un capannone di 2mila metri quadrati, un terreno edificabile di oltre mille, tutti i macchinari e i mobili trovati all’interno, 200 mila euro depositati in conti bancari e altro denaro contante.

Nell'ultimo caso, l'applicazione della norma specifica della normativa antimafia, consente di sequestrare oltre alla porzione di proprietà dei soggetti indagati o condannati, anche ciò che appartiene formalmente ad altri, a persone di famiglia che ne hanno beneficiato e che risulti abbiano potuto ottenere ville, auto e barche, utilizzando sempre il flusso di soldi che venivano illecitamente intascati con attività altrettanto borderline.

 

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