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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Cresce ancora la differenziata a Brindisi, ma non abbiamo impianti

Il capoluogo a febbraio tocca il 56,83. Come è composta la parte riciclabile e dove finisce. I dati dei tre Aro della provincia

BRINDISI – Continua a crescere la percentuale di raccolta differenziata a Brindisi, secondo i dati inseriti direttamente dal Comune nel portale ambientale della Regione Puglia, e non ancora validati dalla Sezione regionale (circostanza che i verifica in sede di rendiconto finale). Nel mese di febbraio 2018 è stata raggiunta quota 56,83 per cento, mentre a gennaio era stata toccata quota 55,25 per cento.

Ecotecnica, la società che ha in appalto il servizio di igiene urbana, sempre con riferimento al mese scorso, ha raccolto 1.735 tonnellate di rifiuti differenziati, e 1.331 tonnellate di rifiuto indifferenziato. Nel mese di febbraio 2017 la raccolta differenziata a Brindisi era al 23,99 per cento. La media dei primi due mesi del 2018 è del 55,97 per cento.

Come è composta la differenziata a Brindisi

Non disponendo la città e la provincia di Brindisi di un impianto di compostaggio, il costo del trasporto della frazione organica presso altri impianti resta elevato ed incide sulla Tari dei venti Comuni interessati. La frazione organica della città di Brindisi è stata infatti conferita a febbraio da Ecotecnica all’impianto della Tersan Puglia Spa per 441,5 tonnellate, e a quello della Aseco Spa per 280,9 tonnellate.

I rifiuti biodegradabili provenienti dagli sfalci di girdini e parchi sono stati a febbraio conferiti a Bri Ecologica  Srl per 186,2 tonnellate. Imballaggi, carta e cartone sono stati conferiti negli stessi impianti di Ecotecnica Srl nella zona industriale di Copertino, per 294, 12 tonnellate. Anche il vetro è stato trasportato a Copertino, per 163,720 tonnellate, idem la plastica per 122,650 tonnellate.

Seguono nell’elenco disaggregato della differenziata di febbraio 2018 prodotta dai brindisini anche 5,3 tonnelate di rifiuti metallici, 15,4 tonnellate di indumenti di scarto (il metallo è stato conferito all’impianto Ecotecnica di Lequile, i capi dismessi alla Nuova promozione Umana Onlus Cooperativa sociale Arl).  Sono state 55 le tonnellate di legno conferite all’impianto locale di Bri Ecologica, 46 quelle di rifiuti ingombranti (sempre destinati a Bri Ecologica), 6 quintali di pneumatici, 180 chili di oli alimentari esausti, 80 chili di batterie, infine 13 tonnellate di materiale elettronico dismesso inviato agli impianti di Ecotecnica di lequile e Copertino.

La situazione negli tre Aro della provincia di Brindisi

Per quanto riguarda le percentuali di differenziata degli Ambiti di raccolta ottimale, guida per risultati l’Aro Br3, che comprende i Comuni di Fasano, Cisternino, Ostuni, Carovigno e San Vito dei Normanni, che ha totalizzato a febbraio una percentuale del 69,61 per cento (58,73 a gennaio). Si tratta però solo dei dati comunicati da Ostuni (69,88) e San Vito dei Normanni (69,09).

Segue la percentuale del 64,56 (65,91 a gennaio) dell’Aro Br1, di cui fanno parte i Comuni di Ceglie Messapica, Erchie, Francavilla Fontana, Latiano, Oria, San Michele Salentino, San Pancrazio Salentino, Torre Santa Susanna e Villa Castelli. In questo caso i dati disponibili sono solo quelli di Ceglie, Erchie, Latiano, Oria, San Michele e San Pancrazio. Tranne Ceglie Messapica (51,25 per cento), tutti questi centri superano abbondantemente il 60 per cento, e Latiano tocca addirittura il 77,97 per cento.

Ha segnato complessivamente il 58,24 per cento invece l’Aro Br2 di cui fa parte la città capoluogo assieme a Mesagne, San Donaci, Cellino San Marco, San Pietro Vernotico e Torchiarolo. I dati disponibili per il mese di febbraio sono solo quelli di Brindisi che abbiamo già analizzato, di San Donaci (68,07) e Torchiarolo (68,94). Mancano Mesagne, Cellino e San Pietro Vernotico, gli ultimi due commissariati per fine anticipata della consigliatura.

Non ci sono impianti specializzati nel territorio

Una annotazione finale va fatta. Come già accennato, le distanza tra il luogo di raccolta e l’impianto di conferimento costa, e ciò pesa sull’esborso dei Comuni per garantire il servizio, e quindi sull’entità del tributo richiesto ai cittadini (cui si aggiunge l’Ecotassa). E’ davvero conveniente non avere a portata di mano impianti di compostaggio e riciclaggio?

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