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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Anni di violenze sulla moglie, arrestato

OSTUNI – Un calvario durato anni, ma che ha avuto un epilogo: ieri pomeriggio Francesco Natolo, 38enne di Ostuni, marito violento, è stato arrestato dal personale del commissariato di polizia della sua città su ordinanza di custodia cautelare.

OSTUNI – Un calvario durato anni, ma che ha avuto un epilogo: ieri pomeriggio Francesco Natolo, 38enne di Ostuni, marito violento, è stato arrestato dal personale del commissariato di polizia della sua città su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Paola Liaci su richiesta del sostituto procuratore Valeria Farina Valaori. Sono le due donne con le quali Natolo dovrà vedersela a partire dal vicinissimo interrogatorio di garanzia, e alle quali dovrà spiegare molte cose sulle violenze ed i soprusi cui ha sottoposto la moglie (una donna originaria di Oria), almeno dal 2008 limitandosi alle tracce lasciate dalle denunce e dal ricorso all’intervento delle forze dell’ordine.

All’inverso cronologico, le indagini su Natolo sono partite il 12 febbraio 2013 quando l’equipaggio di una volante del commissariato di Ostuni liberò letteralmente la donna, che da un giorno e una notte era praticamente in ostaggio del marito violento, il quale con la minaccia di un coltello la obbligava in casa assieme ai due figli. Fu la maggiore dei ragazzi, dodicenne, che riuscì all’alba ad uscire dall’appartamento e a dare l’allarme ad un condomino, persona che a sua volta chiamò la polizia. Ma quando arrivarono gli agenti Francesco Natolo era già sparito rendendosi conto che la figlia era riuscita a sottrarsi al suo controllo.

I poliziotti trovarono in casa la madre della bambina e l’altro figlioletto di 5 anni, tutti sotto shock. La donna fu accompagnata in ospedale e non fu facile ricostruire nei giorni successivi la sua drammatica vicenda familiare fatta di continue violenze fisiche e psicologiche tutte giustificate da Natolo con la gelosia che provava per la moglie. Nel 2008 un episodio in cui la donna era stata picchiata duramente, ed aveva poi sporto denuncia in commissariato, la querela era stata poi ritirata perché Natolo era riuscito a convincere la moglie che non l’avrebbe più toccata.

Ma appena un anno dopo, la seconda denuncia per la stesse ragioni: percosse e maltrattamenti in famiglia. Il movente sempre quello: la gelosia. Nel settembre 2011 in preda ad un’altra violenta manifestazione d’ira, Francesco Natolo aveva rotto anche un timpano alla consorte con uno schiaffo. Lei aveva chiamato nuovamente la polizia, ma la paura di rappresaglie da parte del marito l’aveva indotta a tacere sulla lesione subita.

Aprile 2012: quella volta una volante del commissariato era intervenuta perché Natolo aveva tentato di investire la moglie con l’auto, e lei per l’ennesima volta si era astenuta dal presentare denuncia perché da un lato temeva il peggio e dall’altro – come capita con una certa frequenza alle donne vittime di violenze domestiche – sperava sempre che il marito un giorno potesse cambiare. Illusione.

Il culmine il 10 febbraio scorso quando Francesco Natolo, dopo una nottata in discoteca con gli amici, rientrando all’alba a casa trovò su un mobile un berretto da uomo. La crisi di rabbia e violenza, basata sul solito sospetto, lo condusse sino al letto dove dormiva la moglie, e a svegliarla con violenti ceffoni al volto. Lei spiegò tra le lacrime che il berretto era quello di un amico dello stesso Natolo, che il marito aveva invitato a casa la sera prima. Tutto inutile. Ci furono anche minacce di morte. A quel punto, non appena il marito si addormentò, lei assieme ai due figli – alla presenza dei quali si svolgevano tutte le scene di violenza descritte – lasciò la casa di Ostuni e andò a trovare rifugio e protezione presso i genitori ad Oria.

Ma ancora una volta Francesco Natolo riuscì a convincere la moglie a tornare a casa, inviandole sms. Lei ci cascò. L’11, non appena rientrata, fu separata dai figli e condotta in auto dal marito in contrada S.Oronzo. Qui, sotto la minaccia di un coltello, per salvarsi sentendosi in pericolo di vita, dovette fare il nome di un inesistente amante. Colpita ripetutamente con pugni e schiaffi, la vittima fu riportata a casa. Preso dalla sua ossessione, mentre moglie e figli terrorizzati venivano costantemente tenuti d’occhio, Natolo rimase tutta la notte sveglio seduto sul divano ad esplorare il contenuto del telefono cellulare della donna alla ricerca di prove. Non mancò di svegliarla, colpendola al volto e strappandole i capelli.

A un certo punto, la bambina si era accorta che il padre armeggiava con un coltello e aveva svegliato la madre in preda alla paura. La donna aveva affrontato il marito chiedendola di smetterla, almeno in presenza dei figli, ma era stata presa a calci, ed era rimasta colpita anche la dodicenne, che si era frapposta per difendere la madre. Poi la fuga, e la richiesta di aiuto. Francesco Natolo ora è in carcere (lo difende l’avvocato Vito Cellie) per reiterati maltrattamenti in famiglia,  abuso dei mezzi di correzione o disciplina, lesioni personali, minacce gravi continuate.

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