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Cronaca

Antimafia: sigilli a beni e società dell'imprenditore

BRINDISI - Sotto chiave i beni dell’imprenditore brindisino Antonio Centonze, 46 anni, ritenuto un sodale della Sacra corona unita. Stamani la Direzione investigativa antimafia di Lecce ha eseguito un provvedimento di sequestro anticipato da 600 mila euro, disposto dal Tribunale di Brindisi, a carico dell’uomo.

BRINDISI - Sotto chiave i beni dell’imprenditore brindisino Antonio Centonze, 46 anni, ritenuto un sodale della Sacra corona unita. Stamani la Direzione investigativa antimafia di Lecce ha eseguito un provvedimento di sequestro anticipato da 600 mila euro, disposto dal Tribunale di Brindisi, a carico dell’uomo (difeso dagli avvocati Giuseppe Guastella e Ladislao Massari) che è già stato condannato per mafia nell’operazione Last Minute e Die Hard (3 anni e 4 mesi e 8 anni), non ancora divenute irrevocabili. I sigilli sono stati apposti a quattro autovetture, tre società, conti correnti, sedici polizze di pegno, un appartamento con annesso box, posto auto a Brindisi.

Il sequestro antimafia è stato disposto a seguito di indagini patrimoniali eseguite dalla Dia che hanno accertato una netta sproporzione tra i redditi dichiarati da Centonze e i beni invece posseduti da lui, da suoi famigliari e da soggetti prestanome. Centonze è ritenuto una delle “facce pulite” della Sacra corona unita. Uno di quei volti scelti dall’organizzazione per condurre affari importanti e al contempo per non concentrare su di sé le attenzioni investigative. E’ colui che secondo l’impostazione dell’accusa avrebbe gestito materialmente le pressioni alla società Manutencoop, appaltatrice della Asl, per ottenere una quota di posti di lavoro da assegnare a persone vicine ai partecipi. Si sarebbe recato a compiere le estorsioni a bordo di una Ferrari.

 

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