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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Appalti Asl, assolti manager Artsana: “Il fatto non sussiste”

I cinque dirigenti erano accusati di abuso d’ufficio e frode in pubbliche forniture

BRINDISI – Né abuso d’ufficio, né frode in pubbliche forniture. La Cassazione ha assolto “perché il fatto non sussiste” i cinque manager della multinazionale Artasa, finiti sotto processo in relazione ad alcuni appalti aggiudicati dalla Asl di Brindisi per un valore di sei milioni di euro, oggetto dell’inchiesta Virus.

La sede della direzione Asl di Brindisi

La Cassazione

I giudici della Sesta sezionale penale della Corte di Cassazione, nella tarda serata di ieri, 19 aprile, hanno messo la parola fine alla vicenda processuale nei confronti di: Mario Merlo, amministratore delegato della spa Artsana,  e dei dirigenti Valentino Palamidesse, Ezio Gambirasio, Claudio Annese e Marcello Annese. Tutti accusati, in concorso tra loro, dei reati “frode in pubbliche forniture e di abuso di ufficio”, a conclusione dell’inchiesta chiamata Virus, coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe De Nozza, su una serie di appalti banditi dall’Azienda sanitaria locale di Brindisi.

La difesa

Cosimo Lodeserto-2I difensori degli imputati Vito Epifani, Cosimo Lodeserto, Gianvito Lillo e Gabriele Contini hanno impugnato direttamente con ricorso per cassazione la sentenza del giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Brindisi, Tea Verderosa, di fronte al quale venne incardinato il processo con rito abbreviato. Il gup, dando per provata la storicità del fatto, il 31 marzo 2017 aveva assolto gli imputati con la formula perché il fatto non costituisce reato, ritenendo carente la ricorrenza dell’elemento psicologico. In Cassazione la tesi dei penalisti ha trovato accoglimento a distanza di poco più di un anno.

L’accusa

Per tutti il pubblico ministero Giuseppe De Nozza aveva chiesto la condanna a un anno e otto mesi, confermando l’impostazione accusatoria inizialmente sostenuta. Parti civili si erano costituite la Asl con richiesta di risarcimento danni pari a tre milioni di euro con l’avvocato Mellone e la Regione Puglia con l’avvocato Francesco Marzullo.

Gli imputati optarono per il processo con rito speciale dopo essere stati rinviati al giudizio del Tribunale al termine dell’udienza preliminare del 4 ottobre 2016 fissata dopo che la Corte di Cassazione accolse il ricorso presentato dalla Procura e dalla Regione Puglia, in qualità di parte civile, contro il proscioglimento dei cinque del 17 settembre 2015. In quella occasione il gup Stefania De Angelis dispose il non luogo a procedere di fronte alle accuse mosse dal pm: insussistenza del fatto in ordine alla frode in pubblica fornitura e perché il fatto non costituisce reato riguardo all’abuso d’ufficio. Il sostituto procuratore presentò ricorso e lo stesso fece l’Avvocatura regionale, con il patrocinio dell’avvocato Francesco Marzullo.

Con la pronuncia della Cassazione, nei confronti dei manager Arsana, si chiude in via definitiva il processo, con assoluzione pronunciata con la formula più ampia. Come da sempre sostenuto dai difensori.

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