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Cronaca

Appalti truccati: la Asl sarà parte civile

BRINDISI - La Asl di Brindisi si costituirà parte civile nel processo o nei processi che verranno sul caso degli appalti truccati per favorire imprenditori amici. In linea teorica la prima udienza dovrebbe celebrarsi dinanzi al Tribunale in composizione collegiale il 7 aprile prossimo per tredici persone per le quali è stato disposto giudizio immediato.

BRINDISI - La Asl di Brindisi si costituirà parte civile nel processo o nei processi che verranno sul caso degli appalti truccati per favorire imprenditori amici. In linea teorica la prima udienza dovrebbe celebrarsi dinanzi al Tribunale in composizione collegiale il 7 aprile prossimo per tredici persone per le quali è stato disposto dal gip Valerio Fracassi, su richiesta del procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi e del pm Giuseppe De Nozza, giudizio immediato (custodiale). Dal momento della notifica i tredici imputati avranno però facoltà di chiedere di essere ammessi a riti alternativi: quindi potrebbero essere disposti degli stralci.

Ad ogni modo la Asl ha pronta la delibera per comparire in aula, sia davanti al collegio che eventualmente dinanzi al gup, nelle vesti di azienda danneggiata dall’atteggiamento di Vincenzo Corso, l’ex direttore dell’Area tecnica (che è difeso dall’avvocato Rosario Almiento), di Giovanni Borromeo, l’uomo delle buste (difeso da Roberto Cavalera) e degli altri 11, molti dei quali imprenditori (difesi tra gli altri dagli avvocati Massimo Manfreda, Ladislao Massari, Raffaele Missere e Oreste Nastari), Il giorno in cui furono eseguiti i 22 arresti, nel novembre scorso, il procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli, lo disse chiaramente: “La Asl è parte offesa”, specificò rispondendo a domanda precisa di chi si chiedeva se fosse mai possibile che la dirigenza Asl fosse completamente all’oscuro di quel che accadeva nell’ufficio tecnico.

Effettivamente se le gare d’appalto venivano affidate agli amici, con procedure non controllate, se i lavori – come sostiene l’accusa – venivano effettuati sempre al risparmio con subappalti pilotati per favorire persone vicine e ottenere in cambio degli utili, allora è possibile, verosimile, anzi si direbbe è scontato, che vi fossero conseguenze per le strutture della Asl, sempre in manutenzione, perennemente flagellate da guasti, infiltrazioni d’acqua, problematiche strutturali la cui risoluzione era vincolata alle decisioni del deus ex machina. Di Corso e del suo staff.Insomma, di problemi la Asl ne ha subiti. Continua a patire, se piove nelle sale operatorie e negli ambulatori della risonanza magnetica. Oltre alla propria immagine, probabilmente scalfita dal “malaffare” che secondo l’ipotesi accusatoria imperava nel settore rimasto sotto la lente della procura per anni.

In tutto sono 133 gli indagati, si vedrà in seguito se i pm intenderanno esercitare l’azione penale per quelli che restano. La gran parte delle condotte sono prescritte, non per i 13 a processo che rispondono anche di associazione per delinquere. turbata libertà degli incanti e rivelazione di segreti d’ufficio per aver manomesso fraudolentemente le buste contenenti le offerte economiche delle ditte concorrenti, prima della loro apertura ufficiale; falso ideologico; corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio commessa al fine di favorire l’aggiudicazione di alcune gare risultate turbate. Varie le utilità – secondo l’accusa - conseguite dei pubblici ufficiali indagati: quote societarie di un albergo, affidamento di lavori in su appalto a ditte intestate a familiari e prestanome, titolarità di un’agenzia immobiliare, mobili, viaggi, preziosi. Tra questi c’è anche il geometra Antonio Ferrari, consigliere comunale da poco scarcerato e tornato tra i banchi delle assise.

 

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