Pilastro Europeo dei diritti sociali: D'Attis incassa anche il plauso dei socialisti
Il Comitato delle Regioni dell'Unione Europea ha approvato il parere sul Pilastro dei diritti sociali di cui è stato relatore il brindisino Mauro D'Attis. Accolti tutti i suoi emendamenti
BRUXELLES – Ha incontrato anche il pieno appoggio del Pse (Partito socialista europeo) il parere del Comitato delle Regioni (Cdr) sulla proposta del Pilastro europeo dei diritti sociali che stamattina Mauro D’Attis, vice presidente del Ppe al Cdr, ha presentato a Bruxelles, nel corso di una seduta plenaria dell’organismo dell’Unione Europea che dà voce agli enti territoriali nei palazzi in cui si decide il futuro dell’Europa.
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Tutti gli emendamenti di D’Attis, scelto come unico relatore del documento, sono stati approvati. Ha seguito la discussione anche il professor Paolo Reboani (direttore generale al Ministero del Lavoro ed ex Presidente e Ad di Italia Lavoro), consulente di altissimo livello che è stato nominato dall’ex consigliere comunale brindisino in qualità di “Expert”.
I principi sanciti dal Pilastro
Ma cos’è il Pilastro europeo dei diritti sociali? Si tratta di un atto della Commissione europea che impegna gli Stati membri a eliminare le barriere che impediscono un pieno accesso a formazione, lavoro, assistenza sociale, arte e culltura alle fasce disagiate della popolazione, ai minori, alle persone diversamente abili, agli immigrati regolari e agli anziani. Iniziato l’8 marzo 2016, il cronoprogramma del Pilastro si concluderà il prossimo 7 dicembre a Goteborg, sede del vertice sociale per l’occupazione equa e la crescita.
Il pilastro, in particolare, "esprime principi e diritti fondamentali per assicurare l'equità e il buon funzionamento dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale nell'Europa del 21º secolo. "Ribadisce alcuni dei diritti già presenti nell'acquis dell'Unione. Aggiunge nuovi principi per affrontare le sfide derivanti dai cambiamenti sociali, tecnologici ed economici".
Il plauso di una parlamentare socialista
Ma la Commissione europea accoglierà il parere (non vincolante) approvato oggi dal Cdr? Le possibilità che le proposte di mofica alla bozza della Commissione redatte da D’Attis e dal professore Reboani vengano integrate nel testo definitivo sono concrete. Basti pensare che la parlamentare socialista Maria Rodriguez, relatrice del Pilastro al Parlamento europeo, ha manifestato stamani il suo appoggio incondizionato al parere di D’Attis. "Considero le regioni all'avanguardia - dichiara la Rodriguez - nell'attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali perché le regioni rispondono ai problemi quotidiani dei cittadini fornendo servizi per l'impiego, accesso alla protezione sociale, assistenza sanitaria e assistenza a lungo termine".
D’Attis ha incassato anche le congratulazioni del presidente del Comitato delle Regioni, il socialista Karl Heinz Lambertz, e del presidente del gruppo del PPe, il ministro plenipotenziario svizzero Johann Schneider, e di diversi esponenti del Pse.
Le modifiche apportate da D'Attis
Nel parere del Cdr sono previste maggiori forme di tutela per i diversamente abili, un accesso più equo ad arte e cultura, un meccanismo di assicurazione europea contro la disoccupazione e un sostegno al processo di integrazione dei migranti regolari. D’Attis ha esordito parlando delle lettera pubblicata domenica scorsa (8 ottobre) dal quotidiano Repubblica, attraverso la quale due ragazze disabili, Elena e Maria Chiara, hanno chiesto al governo “di non negare i fondi a chi come loro è costretto a pagare per vivere”.
D’Attis ha rivolto un invito risoluto alla Commissione e al parlamento a non ignorare la voce degli enti territoriali europei. “Il nostro parere – dichiara il relatore - potrebbe non essere considerato come a mio avviso meriterebbe, per il ruolo che gli enti territoriali hanno”. Il vice presidente del gruppo del Ppe rimarca come la proposta l’Unione Europea preveda “pochi spazi per modificare a livello interistituzionale il Pilastro”.
D’Attis, insomma, chiede maggiore considerazione per le istanze rappresentate dagli enti locali e regionali. “Mi auguo - dichiara - che la Commissione europea e il Parlamento europeo approvino questo emendamento e cambino l’approccio rispetto a questo tema”. Perché “chi è che si occupa in prima battuta dei problemi riguardanti l’integrazione scolastica, la mobilità degli anziani, le politiche sociali e servizi sociali, se non i sindaci e i presidenti delle Regioni?”.
E’ occorsa una paziente opera di tessitura “per superare molte convinzioni – rimarca D’Attis – anche ideologiche dei gruppi politici”, ma alla fine l’obiettivo di mettere d'accordo Ppe e Pse è stato centrato. Lo stesso D'Attis, fra l'altro, è stato scelto per rappresentare il Comitato delle Regioni in occasione della quarta edizione dello "European Parliament of Persons with Disabilities (Eppd)" che si svolgerà il prossimo 6 dicembre a Bruxelles.