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Cronaca

Arpa: "Picchi di benzene durante la fermata programmata del petrolchimico"

Fra il 30 e il 31 maggio, in concomitanza con la fermata programmata dell'impianto di cracking del petrolchimico, si sono registrati picchi di benzene fino a un massimo di 39 microgrammi su metro cubo

BRINDISI – Fra il 30 e il 31 maggio, in concomitanza con la fermata programmata dell’impianto di cracking del petrolchimico, si sono registrati picchi di benzene fino a un massimo di 39 microgrammi su metro cubo (il valore limite, sulla base della media annua, è di 5 microgrammi su metro cubo). E’ quanto emerge dalla relazione della direzione scientifica del Centro Regionale Aria di Arpa Puglia che nella giornata di ieri (13 giugno) è stata trasmessa alle autorità competenti e oggi è stata pubblicata sul sito internet dell’agenzia.

Per uno strano scherzo del destino, il documento è diventato di pubblico dominio poche ore dopo l’impressionante sfiammata emessa fra le ore 21 e la mezzanotte di ieri dalla torcia Eni Versalis di Punta di Torre Cavallo, che nel periodo di massima intensità ha tinto di rosso il cielo sopra Brindisi, creando forte inquietudine fra i cittadini. Le rilevazioni effettuate dal dipartimento di Brindisi dell’Arpa diretto da Anna Maria D’Agnano contestualmente alla sfiammata non hanno evidenziato sforamenti di sostanze inquinanti. Questo grazie anche al contributo del vento, (nord-nord-ovest) che ha trasportato le emissioni verso il mare, e all’evento piovoso verificatosi durante l’attivazione della torcia.

Allegato Arpa 1-2

Le cose sono andate diversamente, però, il 30 e il 31 maggio, quando, come comunicato da Versalis, è stata effettuata la "fermata programmata dell’impianto Steam Cracking P1CR per attività di manutenzione, con attivazione della torcia Rv101C in maniera discontinua, per un periodo stimato di circa due giorni (fino al 2 giugno, ndr)". Come si evince dalla relazione del Centro Aria, già intorno alle ore 13,30 del 30 maggio vennero segnalati degli odori del tipo di “plastica bruciata”  fra via Pandi e via Macaluso (nella zona industriale). E in effetti intorno alle ore 14 di quel giorno “alcune centraline della rete di qualità dell’aria gestita da Arpa Puglia hanno registrato picchi di inquinanti, fra cui quelli di rilievo – si legge nella relazione – sono il benzene e il toluene, oltre a un picco di biossido di zolfo nella centralina denominata Brindisi-Sisri, collocata nella zona industriale, poco distante dal luogo della segnalazione (dell’odore di plastica bruciata, ndr)”.

Il picco di benzene registrato dalla centralina “Brindisi Sisri”, in particolare, intortno alle ore 14 del 30 maggio, era pari a a 18 microgrammi su metro cubo. Il giorno successivo (31 maggio), i tecnici del Centro regionale Aria, dopo essersi recati presso la centralina Sisri per attività di monitoraggio, percepirono in tarda mattinata ancora una volta odore di plastica bruciata “in modo discontinuo, a tratti anche molto intenso”. Fra le 13 e le 14 si spostarono quindi nella zona antistante all’ingresso del petrolchimico, “dove l’odore era percepibile chiaramente e proveniva verosimilmente dal petrolchimico”. In quei frangenti la torcia “emetteva fumo chiaro, senza presenza di fiamma”. Ebbene il 31 maggio vennero misurate “elevate concentrazioni di benzene sia nella centralina in ia Taranto che nella centralina Sisri, fra le ore 18 e le 19”. I valori massimi di benzene in via Taranto sono risultati pari a 30 micro grammi su metro cubo alle ore 18 e a 13 microgrammi su metro cubo alle ore 19. Il picco di benzene registrato dalla centralina SIsri è stato di ben 39 microgrammi su metro cubo alle ore 18, in un’area in cui “i livelli – spiega il Centro regionale aria – sono mediamente bassi, inferiori ad un microgrammo su metro cubo”. (In basso, la centralina Arpa Brindisi-Sisri indicata in giallo)

La centralina Arpa Brindisi Sisri indicata in giallo-2relazione interna CRA su valutazione QA BR del 30-31 mag 2016_allegatox-2

Non solo, anche presso le centraline Terminal porto e Brindisi-via dei Mille i dati di concentrazione di benzene più elevati del 31 maggio “sono stati misurati proprio in concomitanza ai picchi di Sisri e via Taranto, cioè alle ore 19”.

L’Arpa rileva che le condizioni del vento del 31 maggio (nord-nord-ovest fino alle 16 e poi est dalle 17, con velocità oraria tra 2 e 3 metri al secondo) erano simili a quelle registrate in occasione di eventi passati in cui furono osservati aumenti delle concentrazioni di benzene. Tra questi figurano quelli rilevati nel corso della fermata di Versalis nel 2015, a seguito dei quali il ministero dell’Ambiente inoltrò una lettera di diffida a Versalis, contestando “accertati e misurati sfiaccolamenti sia di giorno che di notte, con il superamento di alcuni parametri per le emissioni in atmosfera”. Ma a quanto pare quell’iniziativa del ministero non ha cambiato il corso degli eventi, perché il compressore dell’impianto di cracking (come accaduto ieri sera) continua sporadicamente ad andare in blocco, provocando le inquietanti sfiammate.

Eppure il responsabile nazionale di Versalis, Giovanni Saporito, nel corso di un’audizione presso la commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti svoltasi lo scorso 13 giugno, parlò delle sfiammate come un problema “molto sentito dalla collettività brindisina che merita grande attenzione da parte dell’azienda, anche se Versalis nel petrolchimico di Brindisi ha un sistema di torce al meglio che la tecnologia possa offrire”.

Sulla questione è intervenuto stamani il candidato sindaco Nando Marino (che domenica prossima, 19 giugno, sfiderà al ballottaggio la candidata Angela Carluccio). “Le manutenzioni all’impianto di cracking, compresa la fermata dello scorso 31 maggio – afferma Marino in una nota stampa -  si sono rivelate una strada poco efficace e affidabile. Le avarie continuano a ripetersi e a causare il fermo dell’impianto con l’invio in torcia dei gas”. “Non possiamo accontentarci del protocollo prefettizio che l’azienda è obbligata ad attivare informando la Protezione civile – prosegue Marino - che a sua volta allerta Comune e Arpa, quest’ultima per i prelievi e le analisi dei campioni di aria”. “Abbiamo il diritto – conclude il candidato - di pretendere una progettualità seria per evitare che la città sia ancora esposta alle conseguenze di eventi del genere”. 

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