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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Arrestati a Torino dopo colpo alle Poste

TORINO – Armati di pistola, avevano appena rapinato un ufficio postale di Torino situato in via Gabellini. Usciti dal locale, però, hanno trovato ad attenderli i poliziotti della Squadra mobile della locale questura. Sono finti così in manette i brindisini.

TORINO – Armati di pistola, avevano appena rapinato un ufficio postale di Torino situato in via Gabellini. Usciti dal locale, però, hanno trovato ad attenderli i poliziotti della Squadra mobile della locale questura. Sono finti così in manette i brindisini Francesco Balestra, 32 anni, e Gianluca Calabrese, 38 anni, entrati in azione insieme a un complice di Civitavecchia.

I tre avevano raggiunto l’obiettivo ieri mattina, a bordo di una Fiat Punto di colore nero che aveva attirato l’attenzione di una pattuglia di agenti in borghese, impegnati in un’attività nel rione Caselle. Insospettiti da quel veicolo con tre persone a bordo che girovagava per le vie del quartiere, i poliziotti, attraverso una serie di riscontri sul numero di targa, hanno accertato che lo stesso risultava di proprietà di una concessionaria del Brindisino.

I poliziotti, a quel punto, hanno cominciato a pedinare la Fiat Punto, fino a quando questa non si è fermata davanti all’ufficio postale di via Gabellini. I tre banditi, a volto scoperto, armi in pugno, sono scesi dalla vettura e hanno varcato la soglia della filiale delle Poste Italiane. Ci hanno messo poco più di un minuto per impossessarsi del bottino e lasciare l’edificio, pronti a dileguarsi a bordo dell’auto. Ma non si aspettavano di trovare i poliziotti.

Senza opporre alcuna resistenza, i malviventi hanno gettato le pistole per terra e si sono lasciati ammanettare. Balestra e Calabrese erano stati catturati già lo scorso gennaio, mentre tentavano di rubare una machina parcheggiata nei pressi dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, con la complicità del brindisino Teodoro Valenti. Nel portabagagli della loro auto, una Daewoo Lanos, invece, i militari hanno trovato stampanti, fax, navigatori satellitari e una pen-drive al cui interno c’erano dati personali di soggetti diversi dagli arrestati, quindi provento di furto.

 

 

 

 

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