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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Bancomat e soldi rubati negli studi medici: scoperti due "specialisti"

Si potrebbero qualificare come taccheggiatori da sala d’attesa i due personaggi , già detenuti per altre vicende, ai quali ieri 7 novembre la Squadra mobile di Brindisi ha notificato una nuova ordinanza di custodia cautelare

BRINDISI – Si potrebbero qualificare come taccheggiatori da sala d’attesa i due personaggi , già detenuti per altre vicende, ai quali ieri 7 novembre la Squadra mobile di Brindisi ha notificato una nuova ordinanza di custodia cautelare per una catena di furti e utilizzo fraudolento di carte di credito e Bancomat rubate prevalentemente in studi medici. Si tratta di Salvatore Magnolo di 45 anni, originario di Bari ma tarantino d’adozione, e di Antonio Lupoli di 42 anni, di Taranto.

I due operavano infiltrandosi tra i pazienti in attesa, e approfittavano delle circostanze favorevoli per fare sparire portafogli, borselli, telefoni cellulari e altro. La coppia non mancava di fare la stessa cosa in luoghi propizi, come autoconcessionarie e altri negozi situazioni in cui certamente le vittime avevano con loro denaro contante o comunque assegni o carte magnetiche.

Salvatore Magnolo-2Antonio Lupoli-2La Mobile di Brindisi ha raccolto elementi tali tali da ipotizzare che i due risulterebbero coinvolti in almeno 5 episodi delittuosi: uno dell’aprile 2016, avvenuto all’interno di una concessionaria di auto a Fasano; un altro avvenuto in uno studio dentistico di Brindisi nel febbraio 2017; uno presso uno studio fisioterapico sempre del capoluogo, avvenuto nel medesimo mese di febbraio 2017; uno ai danni di uno studio dentistico di Oria, avvenuto nel marzo 2017 e, infine, un ultimo episodio in danno di un negozio di telefonia di Brindisi nell’aprile 2017.

Ai due, con l’ordinanza del gip richiesta dal pm competente della procura di Brindisi, viene anche addebitato l’utilizzo fraudolento di bancomat o carte di credito sottratti alle vittime nel corso della azioni criminose, per l’acquisto di beni come, soprattutto, telefoni cellulari. Lasciando però tracce inequivocabili utilizzate poi dagli investigatori.

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