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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Cellino San Marco

Terremoto giudiziario a Cellino, 14 arresti: ex sindaco, politici e imprenditori

È in corso una vasta operazione del Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi per l'esecuzione di ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del Tribunale di Brindisi, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 14 indagati

È in corso una vasta operazione del Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi per l'esecuzione di ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del Tribunale di Brindisi, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 14 indagati tra i quali ex amministratori del Comune di Cellino San Marco, incluso l'ex sindaco, l'avvocato Francesco Cascione, quattro imprenditori delle province di Brindisi, Bari e Lecce, e di un pregiudicato vicino alla Sacra Corona Unita, ritenuti responsabili dei reati di associazione per delinquere, peculato, corruzione, turbata libertà degli incanti e calunnia.

Francesco CascioneIn precedenza, il 18 aprile 2014, il consiglio comunale di Cellino San Marco era stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell’ Interno, per condizionamento mafioso. Le misure cautelari oggi eseguite sono state emesse all’esito dell’indagine denominata “Do ut des”, che ha portato alla luce una vera e propria organizzazione criminale, facente capo allo stesso indaco uscente,  che pilotava sistematicamente gli appalti ed i concorsi comunali,  in cambio di tangenti.

Tra gli arrestati oltre all'ex sindaco di Forza Italia (difeso da Massimo Manfreda) ci sono tutti gli assessori della passata giunta di centrodestra con l'esclusione dell'avvocato Marina Del Foro, che non è neppure indagata a piede libero, e il pregiudicato Francesco Francavilla, il quale tuttavia è al momento irreperibile ed è attivamente ricercato dai militari. Due degli imprenditori arrestati sono della provincia di Brindisi, uno del Barese e l'altro del Leccese.

Cellino, Comune sciolto per mafia: ecco le motivazioni, "ruolo strategico" del sindaco
arresti cellino san marco (2)-3-3Nelle 14 pagine firmate dal prefetto Nicola Prete, sulla base di quanto appurato dalla commissione prefettizia insediatasi il 10 luglio 2013,  poi recepite dal ministero dell’Interno, Angelino Alfano, si parlava di una serie di “micro-atteggiamenti”, reiterati nel tempo fino a divenire consuetudine, che indicavano Cellino San Marco come una cittadina intimidita e paralizzata dalla ormai abitudinaria contiguità fra l’amministrazione comunale ed esponenti di spicco della Sacra corona unita.

Cellino, Comune sciolto per mafia: ecco le motivazioni, "ruolo strategico" del sindaco
Una città nelle mani del sindaco Francesco Cascione, che insieme a qualche assessore pare avere elargito contributi economici, favori vari, incarichi di vario genere affidati con ordinanza pur senza motivi di urgenza, a “ditte di fiducia”.  Il consiglio comunale sarebbe stato del tutto esautorato, privato dei poteri di controllo che gli sono attribuiti. Qualcuno dei componenti si sarebbe perfino sentito intimidito tanto da non prenderne più parte. Anche i dirigenti comunali avrebbero ricevuto minacce.

Cellino, Comune sciolto per mafia: ecco le motivazioni, "ruolo strategico" del sindaco
Punto di partenza proprio dalle denunce del sindaco, Francesco Cascione. Aveva chiesto al prefetto un intervento. Da un’analisi approfondita tale istanza si è rivelata boomerang.
Furono state rilevate “ingerenze da parte della criminalità organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l’imparzialità degli organi eletti nelle elezioni amministrative del 2010, nonché il buon andamento dall’amministrazione e il funzionamento dei servizi”.

Cellino, Comune sciolto per mafia: ecco le motivazioni, "ruolo strategico" del sindaco
arresti cellino san marco (3)-2“Spicca – era scritto nella relazione prefettizia – il ruolo determinante del sindaco che all’interno della giunta individua argomenti all’ordine del giorno, proponendo delibere e soluzioni da adottare in piena autonomia”. Sulla posizione di Cascione la cui famiglia “è stata sempre presente dal 1983 a oggi negli organi elettivi” la commissione prefettizia scrive che si segnalano episodi indicativi “di una precipua vicinanza ad ambienti criminosi cellinesi”. Ecco i riferimenti: “La partecipazione nel luglio 2010 al funerale di un pregiudicato vicino al clan della Scu” che non sarebbe “pienamente giustificabile in ragione della sua attività professionale di legale del defunto”.

Poi “singolare appare la vicenda dell’incendio del chiosco di proprietà comunale ceduto a titolo gratuito a un pregiudicato per esercizio dell’attività di ristorazione priva di autorizzazione sanitaria e amministrativa, ripristinato a spese del Comune per intervento del medesimo sindaco denunciato per abuso d’ufficio”. Poi la costituzione dell’ufficio di staff: “vi figurano in quanto assunti a tempo determinato persone che appartengono a liste del sindaco e non risultano non eletti. Tutti non hanno svolto attività di staff ma sono stati destinati a svolgere attività di ufficio”.

arresti cellino san marco (4)-2Tra cui l’anagrafe, all’interno del quale uno di questi firmava i cartellini per il rilascio delle carte d’identità. Emerge un quadro di “scarsa attitudine della compagine amministrativa al rispetto delle regole” in cui si colloca anche “la vicenda del pluripregiudicato affiliato a un clan, fratello di alcuni altri pregiudicati, che ha beneficiato dall’Ente della realizzazione di una struttura frangipioggia da 15mila euro. L’opera sarebbe stata ottenuta a seguito dell’aggressione verbale subita dal responsabile dell’ufficio tecnico”.

Cellino, Comune sciolto per mafia: ecco le motivazioni, "ruolo strategico" del sindaco
Un consigliere di minoranza, peoseguiva la relazione avrebbe tra l’altro “espresso timori per la partecipazione alle sedute, a causa di aggressioni verbali e per il clima di intimidazione avvertito”. Quanto agli assessori ce n’è uno su cui si sono concentrate in particolar modo le verifiche ispettive perché “denunciato alla competente autorità giudiziaria per concorso nell’acquisto di droga. E’ stato “più volte controllato in compagnie di pregiudicati e in particolare del nipote” di una persona di spicco. E’ cugino di primo grado di un altro elemento di spicco della Sacra corona. E’ fratello di un pregiudicato per truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e via dicendo per lavori appaltati proprio dal Comune
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Cellino, Comune sciolto per mafia: ecco le motivazioni, "ruolo strategico" del sindaco
arresti cellino san marco-3Sintomatica dell’ingerenza della criminalità organizzata appare la gestione del delicato settore degli appalti pubblici, che è caratterizzata da numerosi affidamenti diretti posti in essere senza le necessarie procedure negoziate”. In totale sono 61 mila euro in 15 mesi, affidamenti tutti curati dal responsabile dell’Utc con incarichi diretti, rilevava il prefetto nel rapposto al Viminale.

Uno in particolare? I lavori presso una scuola, affidati a una ditta che non ne aveva i requisiti, con la costituzione di una società fittizia, e eseguiti male tanto da far ipotizzare ai finanzieri della tenenza di San Pietro Vernotico il reato di frode in pubbliche forniture. Quindi “gravissime carenze istruttorie nell’iter procedimentale”. Una delle ditte in questione è di un pregiudicato per associazione mafiosa finalizzata al porto abusivo di armi, stupefacenti ed estorsioni”.

Lavora con l’ente pubblico “attraverso una commistione di atti emessi da giunta, sindaco, e responsabile Utc dall’aprile 2012 al 2013 sino a pochi giorni prima dell’insediamento della Commissione di indagine”. Molti degli interventi risultano “assolutamente uguali”.  E per altro “nel periodo di appena un anno risultano affidati e liquidati interventi per complessivi 42.361 euro”.

Cellino, Comune sciolto per mafia: ecco le motivazioni, "ruolo strategico" del sindaco
francesco Cascione-2Alcuni soggetti sarebbero stati assunti per tramite di agenzie interinali o cooperative che evidenziano rilevanti “situazioni di cattiva gestione”. Ma veniamo al personale assunto. Un impiegato per servizio di vigilanza presso le strutture scolastiche, con fratello pregiudicato. Un uomo che ha svolto spesso servizio presso l’Utc e su cui si segnalano frequentazioni con un pluripregiudicato. Un’altra persona, assunta tramite agenzia interinale, con rapporti sospetti.

Mille euro nel settembre 2012 alla convivente di pregiudicato affiliato alla Scu, per il pagamento del funerale del fratello, Antonio Presta, 29 anni, ucciso a San Donaci. I funerali si celebrarono a Cellino San Marco, ma il feretro tumulato a San Donaci. “La signora – secondo quanto riportato nella relazione – non aveva alcun titolo a ricevere il contributo in quanto la famiglia non risultava residente a Cellino”. Poi “il contributo di mille euro per i funerali di un uomo deceduto in Austria”.

Business inoltre il risarcimento danni per “insidie stradali”:  vi è un “sensibile aumento delle irregolarità” tra cui è importante stando alla relazione prefettizia “la transazione intervenuta ni confronti dell’addetto all’ufficio del sindaco per danni occorsi alla propria autovettura causa di una buca” nonché quella a favore di una persona contigua alla Scu “per le lesioni riportate dal figlio in seguito a una caduta in bicicletta”. C’è “una gestione della cosa pubblica in violazione delle normative vigenti” posta in atto da Sindaco che “assume ruolo strategico”, rilevava il prefetto Nicola Prete. Oltre che “l’asservimento della funzione a interessi privati”.

Su tutto questo (c'è anche un concorso per vigili urbani) hanno indagato la procura della Repubblica e i carabinieri del comando provinciale di Brindisi. I dettagli dell’operazione “Do ut des” saranno comunicati nel corso della conferenza stampa, presieduta dal procuratore Marco Dinapoli, che si terrà a palazzo di giustizia di Brindisi alle 10.30 odierne. Il provvedimento è stato emesso dal gip paola Liaci su richiesta del pm Antonio Costantini.

Il sindaco uscente di Cellino, Comune sciolto: "Ora arrestatemi, se sono un mafioso"
“Ora mi devono arrestare. Se è vero che sono un mafioso mi devono buttare giù dal letto alle quattro del mattino e notificarmi un’ordinanza di custodia cautelare” aveva detto Francesco Cascione, quando ormai il 23 aprile del 2014 era solo l'ex sindaco di Cellino San Marco, Comune sciolto per infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione. Nel primo pomeriggio di quel giorno il primo cittadino uscente e la sua giunta erano stati convocati dai carabinieri per la notifica del provvedimento prefettizio che rendeva esecutiva la decisione del consiglio dei ministri di procedere con il commissariamento.

L'assessore Gabriele EliaL'ex assessore Gabriele Elia sospeso da Forza Italia - "Alla luce dell'operazione condotta nel corso della notte a Cellino San Marco dai carabinieri del comando provinciale di Brindisi, operazione che ha portato all'arresto di diversi esponenti politici ed ex amministratori tra i quali Gabriele Elia, comunico la sospensione di quest'ultimo da Forza Italia e da ogni incarico al momento ricoperto nel partito. Nella speranza che Elia possa uscire da questa vicenda dimostrando la sua totale estraneità ai fatti a lui contestati, adotto tale provvedimento per rispetto nei confronti della magistratura, dei nostri sostenitori, del partito e dello stesso Elia che sono certo condivide tale scelta". Lo scrive in un comunicato stampa il commissario regionale di Forza Italia, Luigi Vitali. Elia è uno degli ex assessori arrestati stamani a Cellino San Marco dai carabinieri.

GLI ARRESTATI

Sui 14 arrestati , otto sono stati sottoposti alla misura della custodia in carcere; gli altri sei  agli arresti domiciliari. Si tratta di 5 ex amministratori comunali di Cellino San Marco, 4 imprenditori, 3 intermediari, un funzionario dipendente comunale ed un pregiudicato vicino alla malavita organizzata. Altre sette persone sono sottoposte ad indagini preliminari nel medesimo procedimento.

Associati presso la casa circondariale di Brindisi:

1.    Francesco Cascione, classe 1973 di Cellino San Marco;
2.    Omero Molendini Macchitella, classe 1957 di Cellino San Marco;
3.    Gianfranco Quarta, classe 1957 di Cellino San Marco;
4.    Gabriele Elia, classe 1983 di Cellino San Marco;
5.    Gianfranco Pezzuto, classe 1977 di Cellino San Marco;
6.    Ionni Pagano, classe 1966 di Cellino San Marco;

Sottoposti agli arresti domiciliari

7.    Antonio Cozzoli, classe 1954 di Brindisi;
8.    Alfredo Bruno Bruno, classe 1957 di Calimera (LE);
9.    Angelo Diego Lippolis, classe 1974 di Noci (BA);
10.  Antonio Vincenzo Fasiello, classe 1954 di Vernole (LE);
11.  Giuseppe Gigante, classe 1958 di San Pietro Vernotico

Le misure cautelari personali  sono state adottate all’esito di una complessa indagine, convenzionalmente denominata “Do ut des”, svolta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi da dicembre 2012 ad aprile 2014, che ha fatto emergere il sistematico asservimento all’interesse privato ed a fini di lucro personale delle funzioni pubbliche svolte dagli ex amministratori comunali colpiti dalla misura, con l’appoggio di un funzionario comunale e di un consulente-intermediario.

La gestione privata della cosa pubblica  era emersa inizialmente da una denuncia fatta dalla stazione Carabinieri di Cellino San Marco, nei confronti del sindaco del Comune (già sotto osservazione per aver partecipato al funerale di un mafioso)  che  aveva autorizzato solo verbalmente un pregiudicato del posto, vicino alla malavita organizzata, ad allacciare le attrezzature elettriche di un chiosco per la somministrazione al pubblico di bevande ed alimenti, di sua proprietà, alla rete elettrica del Comune, e per aver concesso, sempre allo stesso pregiudicato e sempre oralmente, di utilizzare durevolmente beni del Comune destinati alla gestione di eventi pubblici (un gazebo, 140 sedie e un palco modulare).

Le successive indagini, svolte dai carabinieri di Brindisi e coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno evidenziato un fenomeno corruttivo molto esteso, realizzato sistematicamente in forma associata da larga parte della giunta comunale, che chiedeva tangenti alle imprese appaltatrici di lavori pubblici (manutenzione e realizzazione di impianti sportivi, servizi di igiene urbana, riqualificazione urbana, risparmio energetico) ed ai partecipanti ai concorsi pubblici banditi dal Comune, spingendosi fino a favorire la sovrafatturazione dei lavori effettuati da parte delle imprese e a designare direttori dei lavori di loro gradimento, invece che di gradimento dell’ Ente pubblico. 

Sono stati contestati 5 episodi di corruzione per l’affidamento di  lavori pubblici nei quali vi è stato illecito incremento del valore degli appalti e 1 episodio di peculato; il danno subito dal Comune è valutabile in circa 250 mila euro. L’associazione dispensava anche posti di lavoro. Già in precedenza, grazie ad altra tempestiva indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Brindisi, era stato vanificato il tentativo di pilotare il concorso per il posto di comandante della Polizia Municipale in favore di un vincitore predestinato che aveva falsificato i titoli necessari per partecipare (per questo attinto da misura cautelare prima della conclusione del concorso). L’attuale indagine ha evidenziato ulteriori tentativi di pilotare sia il concorso per comandante che quello per l’assunzione di due agenti di polizia municipale.    

I carabinieri hanno effettuato numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento, captato con l’autorizzazione del GIP numerosissime conversazioni telefoniche e ambientali, acquisito ed esaminato copiosa documentazione amministrativa. E’ emerso così anche l’atteggiamento ostruzionistico degli indagati nei confronti dei dipendenti comunali che ostacolavano l’attività dell’associazione, spintosi fino alla proposizione di una denunzia penale calunniosa da parte dell’ex sindaco  nei confronti di un vigile Urbano sgradito perché fedele alle istituzioni. Le indagini proseguono in relazione ad altri numerosi episodi di reati contro la pubblica amministrazione, i cui contorni oggettivi e soggettivi sono in corso di definizione. (Nelle foto sotto, da sinistra a destra, Francesco Cascione, Gabriele Elia, Gianfranco Pezzuto, Gianfranco Quarta, Ionni Pagano, Omero Molendini)

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