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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Richieste estorsive e spaccio con metodo mafioso: due brindisini ai domiciliari

Il riesame dispone la misura restrittiva a carica di una 22enne e un 37enne coinvolti nell'inchiesta della Dda di Lecce che lo scorso 14 luglio sfociò in 12 arresti

BRINDISI – Lei è accusata di presunte richieste estorsive. Lui di presunti episodi di spaccio. Entrambi si sarebbero avvalsi, per la commissione dei reati, del metodo mafioso. La 22enne Nyuma Clarissa Lazzaro e il 37enne Cosimo Toteblen, residenti a Brindisi, sono stati arrestati in regime di domiciliari. Entrambi sono coinvolti nell’inchiesta coordinata dalla Dda di Lecce che lo scorso 14 luglio portò all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 12 persone (sei in carcere e sei ai domiciliari).

Fra queste figurava anche la stessa Lazzaro, che già all’epoca fu sottoposta alla misura degli arresti domiciliari. Nessun provvedimento restrittivo fu invece disposto dal gip del tribunale di Lecce a carico di Toteblen, che inizialmente è stato indagato a piede libero. Pochi giorni dopo l’arresto, il gip concesse all’indagata la possibilità uscire al mattino e al pomeriggio, in quanto madre di famiglia. La 22enne, difesa dall’avvocato Daniela D’Amuri, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia chiarì le vicende in cui era coinvolta, negando gli addebiti. 

Successivamente il pm ha impugnato presso il tribunale del riesame l’ordinanza di parziale rigetto dell’applicazione delle misure cautelari.  Lo scorso 9 agosto, accogliendo le argomentazioni dell'accusa, il tribunale ha emesso il nuovo provvedimento cautelare a carico dei due brindisini, tramite un’ordinanza che è diventata nel frattempo irrevocabile e quindi esecutiva. Gli arresti sono stati effettuati dai poliziotti della squadra Mobile della questura di Brindisi.

Le indagini, condotte sempre dalla Mobile, hanno svelato un nuovo spaccato delle attività illecite condotte dal presunto sodalizio ritenuto una frangia della Scu, al vertice del quale vi sarebbero stati Andrea Romano, Alessandro Coffa, Francesco Coffa e Alessandro Polito. Complessivamente sono 37 gli indagati.  Oltre a varie richieste estorsive ai danni dei titolari di bar e pizzerie avvenute fra il 2018 e il 2020 nel capoluogo, gli investigatori hanno fatto luce sui presunti responsabili di un paio di sparatorie che si verificarono al rione Paradiso nel novembre 2019. 

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