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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Ceglie Messapica

Arresto convalidato, ora il gip deciderà sulla sussistenza della legittima difesa

CEGLIE MESSAPICA – Convalidato l’arresto di Antonio Valente, 38 anni, di Ceglie Messapica, accusato dell’omicidio volontario di Giuseppe Gioia, 44 anni, cegliese anche lui, morto nel tardo pomeriggio della vigilia di Natale per una coltellata al cuore. Il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Licci si è invece riservato per quanto riguarda le richieste delle parti: custodia in carcere per omicidio volontario sollecitata dal pubblico ministero Giuseppe De Nozza; scarcerazione perché Valente ha agito per difendersi chiesta dai difensori Aldo Gianfreda e Francesca Conte; e comunque incompatibilità con la vita carceraria per le condizioni di salute dell’indagato. Licci depositerà la decisione entro domani a mezzogiorno. Per ora Valente è rinchiuso in una cella del carcere di Brindisi.

CEGLIE MESSAPICA – Convalidato l’arresto di Antonio Valente, 38 anni, di Ceglie Messapica, accusato dell’omicidio volontario di Giuseppe Gioia, 44 anni, cegliese anche lui, morto nel tardo pomeriggio della vigilia di Natale per una coltellata al cuore. Il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Licci si è invece riservato per quanto riguarda le richieste delle parti: custodia in carcere per omicidio volontario sollecitata dal pubblico ministero Giuseppe De Nozza; scarcerazione perché Valente ha agito per difendersi chiesta dai difensori Aldo Gianfreda e Francesca Conte; e comunque incompatibilità con la vita carceraria per le condizioni di salute dell’indagato. Licci depositerà la decisione entro domani a mezzogiorno. Per ora Valente, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, è rinchiuso in una cella del carcere di Brindisi.

L’omicidio, come già detto, è avvenuto verso le 17,30 del 24 gennaio. Una vecchia questione irrisolta per un incidente stradale che aveva messo l’uno contro l’altro. Soprattutto, a quanto pare, Gioia contro Valente perché quest’ultimo non avrebbe rispettato i patti relativi all’incidente stradale gonfiato sino all’inverosimile a danno della compagnia di assicurazione. E, comunque, sempre Gioia contro Valente, secondo l’altra versione: cioè  che Valente dopo avere incassato i soldi per un incidente gonfiato irrideva, quando la incontrava, la moglie di Gioia fingendo di farsi investire.

Venerdì c’è stato il drammatico epilogo di questo contrasto che i carabinieri della Stazione di Ceglie stanno cercando di ricostruire in ogni particolare. Indagando anche su quell’incidente stradale per verificare se è veritiera la versione della parte offesa oppure quella dell’omicida. Gioia stava nel bar Time Out, sulla provinciale per Villa Castelli, alla periferia  del paese. Ha visto sul piazzale antistante Valente assieme all’avvocato Cesare Epifani, vice sindaco di Ceglie Messapica, ed è uscito. C’è stata una prima colluttazione. Il medico legale Antonio Carusi ha ritenuto compatibili le escoriazioni e le ecchimosi presenti sulle braccia dell’ucciso con la colluttazione. I due sono stati allontanati anche con l’intervento del vice sindaco al quale Valente si era avvicinato per gli auguri di Natale.

La colluttazione è ripresa. Pare che Gioia abbia colpito con una testata Valente. Quest’ultimo è corso in macchina ed ha preso il coltello. Un primo fendente, profondo un centimetro, tocca il fegato di Gioia. Non è una ferita grave. L’elettricista cerca di afferrare un vaso e lanciarlo contro l’avversario che con il coltello in mano lo incalza. Scivola, quindi si rialza e riceve la coltellata al cuore (ferita profonda nove centimetri) che lo ucciderà di lì a pochi minuti. Il 118 chiamato da uno dei presenti e anche dal vice sindaco, quando arriva all’ospedale di Francavilla, Gioia è già deceduto.

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