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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Sono 718, arrivati assieme ai crocieristi ma vengono dall'orrore. Aiutiamoli

Sono 718: 64 donne e 66 ragazzi e bambini. Sbarcano contemporaneamente ai turisti tedeschi, anche se in due siti diversi del porto di Brindisi. Non hanno navigato in comode cabine ma sul ponte di volo della fregata Aliseo, con un forte vento di maestrale di prua

BRINDISI – Sono 718: 64 donne e 66 ragazzi e bambini. Sbarcano contemporaneamente ai turisti tedeschi, anche se in due siti diversi del porto di Brindisi (video). Non hanno navigato in comode cabine ma sul ponte di volo della fregata Aliseo, con un forte vento di maestrale di prua, dal Canale di Sicilia sino da noi. Lampedusa, la Sicilia e la Calabria sono allo stremo con i loro centri di accoglienza perennemente saturi e anni di prima linea per l’emergenza in Mediterraneo. E ed ecco che viene avanti la soluzione di emergenza, quella dei grandi porti pugliesi, Brindisi e Taranto, con le vie di comunicazione stradali, ferroviarie ed aeree collegate, ed una regione alle spalle che ha dichiarato da tempo la propria disponibilità all’accoglienza provvisoria.

L'arrivo della Mein Schiff 2-2La seconda linea dell’emergenza, dove il sistema di soccorso e smistamento può funzionare meglio. Dove ci sono gli spazi operativi. Brindisi è un porto strategico in questi nuovi scenari, dove si potrebbe gestire tutto al meglio: passeggeri, merci e anche le operazioni umanitarie. Solo se questo ruolo fosse riconosciuto anche nei fatti. Solo se si garantirà una gestione all’altezza dei compiti. Perché è proprio nelle situazioni come quella di stamani che l’evidenza dei problemi è massima. I due volti del porto di Brindisi a confronto: l’aspirazione del rilancio turistico, con una grande nave da crociera arrivata appena un’ora prima della fregata Aliseo, e la nave militare con il suo carico di migranti in fuga dall’orrore, dalla fame e dalla morte (Nella foto, l'arrivo della nave da crociera Mein Schiff 2).

Un bambino con la sua mamma-2Appena un’ora tra l’Europa del benessere e l’Africa della guerra e dell’esodo. Dalle 7 alle 8. Tra due banchine distanti appena un chilometro. Ma tutto funziona al contrario. A Sant’Apollinare dovrebbero andarci le navi da crociera. Nel cuore della città. A Costa Morena Est le emergenze: invece su quella banchina ancora incompleta, tra il molo carbonifero dell’Enel e i materiali di cantiere, ci va la Mein Schiff 2; a Sant’Apollinare è in scena la disperazione che si trasforma in sollievo subito diluito dall’incertezza per il futuro. In 500 resteranno provvisoriamente nel Brindisino, gli altri li precederanno nella partenza verso altre destinazioni (Nella foto, un bambino con la sua mamma).

I primi sbarchi-2Brindisi non si tirerà indietro, se viene chiamata a combattere la battaglia per il salvataggio di vite umane in questo Mediterraneo dove si affacciano i bagliori di guerre e tensioni sempre più forti e vicine a noi, ma deve avere una contropartita: organizzazione, gestione, e la restituzione delle risorse finanziarie che anni fa erano state ritirate per gli errori dell’Autorità Portuale. Questo dovrebbe chiedere l’amministrazione comunale. Non serve entrare nel gioco dello scaricabarile tra città e porti (perché da noi sì, e a Bari, Napoli, Salerno o Gallipoli no?) . Bisogna uscire più forti da questa nuova fase. Per anni Brindisi ha fronteggiato l’emergenza nel Basso Adriatico assieme ad Otranto, ma cosa è cambiato sul piano del riconoscimento dell’utilità di questi porti non solo come porte dell’Europa, ma anche come preziose infrastrutture commerciali e turistiche? Queste domande bisogna porsele oggi, non domani o dopodomani (Nella foto, i primi sbarchi).

Intanto sono in corso le operazioni di identificazione e il nuovo controllo sanitario nel capannone Montecatini, dove il dispositivo coordinato dal prefetto Nicola Prete ha allestito un centro. Circa 250 migranti si sono dichiarati siriani, 50 palestinesi e il resto sub-sahariani. I bambini saranno accompagnati alla ex scuola del quartiere Perrino.

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