Furti in ospedale: uno ammette i furti, l’altro le assenze dal lavoro
Interrogatorio di garanzia per Michelangelo Lombardi e Olivier Cannalire, in carcere da ieri mattina: i due dipendenti della Sanitaservice sono addetti alla movimentazione dei farmaci. Il primo è accusato di 9 episodi di peculato, 37 furti e 30 di truffa, l'altro che ha aperto una palestra di due episodi di peculato, quattro di furti e 21 di truffa
BRINDISI – Primo giro di interrogatori davanti al gip per i dipendenti della Sanitaservice arrestati ieri nell’inchiesta sui furti ai danni della farmacia, del deposito e della cucina dell’ospedale Perrino: Michelangelo Lombardi ha ammesso gli addebiti, partendo dagli ammanchi che gli sono stati contestati, per arrivare alle assenze dal posto di lavoro, mentre Olivier Cannalire ha confermato solo di essersi spostato senza timbrare il cartellino, negando di aver mai commissionato sottrazioni di farmaci.
I due indagati, in carcere da ieri mattina, sono stati ascoltati nella mattinata di oggi dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Stefania De Angelis, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari. Quanto al primo aspetto, il gip ha definito “provati” gli episodi di fronte alle immagini registrate da sette telecamere che il pm inquirente ha fatto sistemare per documentare quanto accadeva nei locali di pertinenza della Asl, dati in affidamento alla società in house, ai servizi di pedinamento, alle intercettazioni telefoniche e ambientali e ai percorsi delle auto ricostruiti dal Gps posizionato sempre su richiesta del magistrato. Mentre sul piano delle esigenze cautelari, ha evidenziato il pericolo di reiterazione del reato, posto che gli ammanchi sono andati avanti anche dopo che un dipendente era stato fermato dai carabinieri e la notizia era diventata “pubblica”.
Gli indagati, dopo una notte trascorsa nella casa circondariale di via Appia, hanno deciso di rispondere al fuoco di fila delle domande del gip, alla presenza dei rispettivi difensori che a questo punto decideranno se ricorrere o meno al Riesame per chiedere l’attenuazione della misura con il riconoscimento dei domiciliari.
Cannalire, assistito dall’avvocato Vito Epifani, ha ammesso di aver lasciato il posto di lavoro in alcune occasioni, senza autorizzazione e senza aver smarcato il cartellino. Per l'accusa si sarebbe recato nella palestra aperta di recente: gli episodi di assenza contestati nei suoi confronti e rubricati come truffa ai danni della Asl sono 21 e si aggiungono a quelli di peculato ricostruiti, pari a due e quattro di furto. Peculato e non solo furto in considerazione del fatto che per le mansioni ricoperte è stata riconosciuta la qualifica di pubblico ufficiale nello svolgimento dell’attività di movimentazione farmaci per la Sanitaservice. Accusa che l’indagato ha respinto con forza.
Diverso l’atteggiamento di Lombardi che ha affrontato l’interrogatorio, alla presenza dell’avvocato Paoloantonio D’Amico: ha ammesso tutte le contestazioni mosse nel provvedimento di arresto, sostenendo di aver agito per necessità poiché aveva bisogno di denaro. Per Lombardi il gip ha rimarcato che “l’attività illecita posta in essere non è cessata neppure dopo la richiesta di arresto, visto che il 28 agosto scorso veniva fermato e trovato in possesso di beni provento di furto nella farmacia dell’ospedale”. Complessivamente è accusato di “aver commesso nove fatti di peculato, 37 di furto aggravato e 30 di truffa”.
Il secondo giro di interrogatorio è per gli indagati ai domiciliari: Massimiliano Bataccia, Damiano Bissante, Attilio Ferulli, Ignazio Menga, Antonio Pozzessere, Concetta Pozzessere e Patrizia Rammazzo