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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Asfalto esploso: si procede per disastro colposo. Coinvolte ditte del fotovoltaico

BRINDISI - Delitto colposo di danno (incendio, disastro, disastro ferroviario o naufragio) previsto dall'articolo 449 del codice penale: è questo il reato ravvisato dalla procura della repubblica di Brindisi che ha aperto un’inchiesta sugli improvvisti dissesti al manto stradale, con relativi incidenti, avvenuti lungo la statale 613 Brindisi-Lecce, e in seguito ai quali l’arteria, che collega i due capoluoghi, è rimasta bloccata dalle 13.30 fino a quasi la mezzanotte di lunedì.

BRINDISI - Delitto colposo di danno (incendio, disastro, disastro ferroviario o naufragio) previsto dall'articolo 449 del codice penale: è  questo il reato ravvisato dalla procura della repubblica di Brindisi che ha aperto un’inchiesta sugli improvvisti dissesti al manto stradale, con relativi incidenti, avvenuti lungo la statale 613 Brindisi-Lecce, e in seguito ai quali l’arteria, che collega i due capoluoghi, è rimasta bloccata dalle 13.30 fino a quasi la mezzanotte di lunedì.

L’asfalto che si trasforma in un “trampolino” impennandosi improvvisamente dal livello del manto stradale per circa un metro e mezzo; una Citroen Citroen C3 Pluriel che vola per quasi 250 metri per poi atterrare e cappottare più volte una volta toccato il suolo; una decina di auto coinvolte a più riprese in una serie di micro tamponamenti; centinaia di auto bloccate con i rispettivi passeggeri per quasi mezza giornata in un ingorgo infernale lungo quasi 13 chilometri dall’altezza dell'incrocio con la statale 7 per Taranto e fino a sotto il ponte all’altezza della frazione di Tuturano.

Automobilisti liberati con uno straordinario lavoro di pazienza e coordinamento svolto sinergicamente sotto la regia della polizia stradale – guidata dal vice questore aggiunto Silvano Retucci – con l’ausilio di carabinieri, guardia di finanza vigili del fuoco, tecnici dell’Anas, personale del 118 impegnati fino a tarda ora.

La causa, i danni e le aziende coinvolte – La causa del caos che ha paralizzato la superstrada? Una “iniezione” d’acqua a decine, se non centinaia di atmosfere (non è ancora nota la quantità impiegata né la pressione esatta a cui è stata sparata nel sottosuolo), insufflate sotto il manto stradale da una trivella. Una tecnica utilizzata per consentire il passaggio di cavi per il collegamento di un campo fotovoltaico alla sottostazione Enel di Tuturano. L’azienda appaltante è la Eds infrastrutture di Messina (balzata agli onori della cronaca l’1 giugno scorso per un tentativo di estorsione orchestrato dal 50enne Cosimo Giardino Fai e dall’83enne Giovanni Buccarella – padre del boss della Scu Salvatore “Balla” smascherato dai carabinieri del reparto operativo di Brindisi ndr), quella che eseguiva i lavori in subappalto è la Quadrifoglio Costruzioni di Bitonto.

Tutte società a norma e dotate di regolare autorizzazione a procedere nell’interramento dei cavi, ma qualcosa è andato storto. Probabilmente – ma saranno i tecnici a stabilirlo – una errata valutazione della composizione geologica del terreno: l’acqua viene sparata nella fase di trivellazione ed incontra qualche strato di terra più friabile rispetto al previsto. Spuntano bolle dall’asfalto alte quanto dossi, cricche che attraversano entrambe le carreggiate su entrambi le corsie che si estendono su una superficie di 30-40 metri quadrati per una profondità di circa 70 centimetri. E scoppia il caos. Le indagini, aperte dal pm di turno Miriam Iacoviello, sono seguite attentamente dal procuratore capo Marco Dinapoli, per l’esatta individuazione delle responsabilità “generiche ed individuali”.

La procura procede anche nell’individuazione di un consulente di fiducia per gli accertamenti tecnici del caso. Intanto la polizia stradale, incaricata di svolgere una relazione completa su tutta la vicenda, su disposizione della magistratura, procede nell’acquisizione di tutta la documentazione: relazioni di Anas, Arpa, referti ospedalieri dei feriti, foto e filmati per stabilire la verità dei fatti e le responsabilità di chi ha trasformato la Brindisi-Lecce in autentico scenario da film, simile per certi versi a quelli che potrebbe causare un terremoto. La statale è stata riaperta: il traffico può scorrere solo su una corsia, una per ogni direzione di marcia. Quanto dureranno i lavori per il ripristino della circolazione normale è ancora non è stato previsto.

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