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Cronaca

“Asl, appalti truccati: soffro di amnesie”. Perizia per il principale accusatore

Giovanni Borromeo, condannato a tre anni e dieci mesi, dopo aver ammesso di aver aperto le buste di gara, doveva essere ascoltato come teste del pm: “Patologia per lo shock subito dopo l’arresto”

BRINDISI – “Soffro di alcune patologie dopo lo shock dell’arresto, tra cui l’amnesia”: la testimonianza di Giovanni Borromeo, principale teste dell’accusa nel processo Virus, sulle gare bandite dalla Asl e ritenute truccate, era attesa oggi, dopo il malore avvertito durante la passata udienza e, invece, niente. C’è stato il colpo di scena che ha portato il pm Giuseppe De Nozza a chiedere una perizia medica per Borromeo, condannato in abbreviato a tre anni e dieci mesi, dopo una serie di ammissioni, precisazioni e chiamate in correità messe nere su bianco in un memoriale di cento pagine.

L’amnesia e la perizia

Giovanni BorromeoIl Tribunale di Brindisi di fronte al quale pende il giudizio nei confronti di 34 imputati, 12 dei quali accusati di associazioni per delinquere finalizzata anche alla corruzione, ha disposto il conferimento dell’incarico medico legale e ha aggiornato l’udienza a mercoledì prossimo. In quella occasione saranno definiti i quesiti da sottoporre al professionista e verrà indicata la data per la consegna della conclusione della perizia. Passaggio che probabilmente non tutti i difensori degli imputati avevano messo in conto, vista l’evoluzione del dibattimento. Ma Borromeo, stando a quanto lui stesso ha dichiarato di fronte al Tribunale e al sostituto procuratore, non sarebbe in condizioni di sostenere l’esame in qualità di co-imputato perché l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, all’alba del 12 novembre 2013, gli avrebbe procurato un trauma non superato. Lo stress sarebbe attuale e sarebbe riconducibile al periodo in cui venne ristretto.

L’accusa e la versione dell’imputato

Borromeo, secondo la ricostruzione del pm, confermata poi nella sentenza del gup, era l’uomo “ incaricato di aprire con le buste con le offerte per le gare d’appalto indette dalla Asl di Brindisi”. Al pubblico ministero che lo interrogò ammise di aver aperto le buste, violando in tal modo i sigilli, su  “indicazioni dell’ingegnere capo dell’area tecnica della Asl, Vincenzo Corso”, imputato nello stesso processo con l’accusa di aver promosso, assieme ad altri, l’associazione per delinquere. Accusa che l’ingegnere ha sempre respinto, scegliendo il dibattimento per dimostrare la sua professione di innocenza. Diversa la verità offerta all’epoca da Borromeo: “Se non avessi aperto le buste, avrebbero licenziato mio figlio, assunto presso un’azienda appaltatrice della Asl”.

Fonti di prova sono anche le intercettazioni telefoniche e ambientali, da cui emergeva l’apertura delle buste prima della data stabilita dalla gara. Da qui la contestazione di gare truccate, con l’accusa di aver fatto parte del sodalizio mossa nei confronti di: Francesco Perrino, legale responsabile della società Cogit spa, difeso da Ladislao Massari; Vincenzo Corso, ex direttore dell’area gestione tecnica dell’Azienda sanitaria di Brindisi e presidente dei seggi di gara; Cosimo Bagnato, amministratore unico della Bagnato Costruzioni Srl; Vittorio Marra e Adolfo Rizzo amministratori di fatto della Srl Re.Vi; Giuseppe Rossetti titolare dell’omonima ditta individuale; Cesarino Perrone amministratore unico della Eco Service Srl; Antonio Camassa legale rappresentante della Camassa Impianti Srl; Emilio Piliego e Roberto Braga responsabili della Edil Tecno Costruzioni Snc; Mauro De Feudis manager della Manutencoop Faciliy Managemente Spa.

Sotto processo sono finiti anche: Vincenzo Albonico,  Umberto Aprile (avvocato Cosimo De Leonardis), Massimiliano Bellinfante, Francesco Blasi, Roberto Borraccino, Raffaele Buongiorno,  Cosimo Cannone (avvocati Giovanni Rizzi e Mauro Masiello), Fenicia Cicerelli, Grazia Cito (avvocati Milena Cellie e Armando Latella), Alberto Corso (avvocati Rosario Almiento e Francesca Conte), titolare della ditta Nt Italia srl e figlio di Vincenzo, dirigente dell’Area gestione tecnica della Asl nonché socio di maggioranza della srl, Ciro Massimo Cremonini (avvocato Massimo Bassi), Monica Crescenzo (avvocati Rosario Almiento e Pasquale Angelini), Cosimo Antonio D’Elia segretario verbalizzante di una gara (avvocati Vito Epifani e Gianfranco D’Elia). 

Il pm Giuseppe De NozzaProcesso anche per Cosimo Elmo geometra funzionario della Asl, ex consigliere al Comune di Brindisi, già assessore ai Lavori pubblici difeso dagli avvocati Giuseppe Guastella e Mimmo De Michele; Marisa Gianpaoli, Ivo Grifoni (avvocato Antonino Domenico Gullo), Riccardo Infante, Vincenzo Izzo, Claudio Levorato, Luigi Marasco, Armando Mautarelli componente dei seggi di gara (avvocato Oreste Nastari), Antonio Miglietta (avvocato Antonio Savoia), Paolo Minoia (avvocati Dario Budano ed Emilia Aversa), Giancarlo Nuzzaci (avvocato Donato Carbone), Roberto Paini, Brenno Peterlini amministratore del Consorzio nazionale servizi società cooperative, Antonio Piro, Gianluca Pisani componente di un seggio di gara (avvocato Roberto Cavalera); Giovanni Rana, Cosimo Saracino, Antonio Sirena (avvocato Giuseppe Guastella), Tommaso Vigneri (avvocati Cristian Di Giusto e Michele La Forgia) e Giovanni De Nuzzo.

Asl parte civile

Dopo l’inizio del processo, l’Azienda sanitaria di Brindisi ha promosso un’azione civile nei confronti degli amministratori delle società titolari dei servizi di global service, imputati con l’accusa di associazione per delinquere. La decisione è stata assunta dalla direzione sanitaria su proposta dell’avvocato Donato Mellone che già rappresenta la Asl come parte civile, nel dibattimento con richiesta di risarcimento danni pari a tre milioni di euro. Parte civile anche la Regione Puglia. Il presidente Michele Emillano fu presente in occasione della prima udienza.

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