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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Assenteismo al Comune, patteggia l’ex impiegato dei Servizi sociali

Giuseppe Larocca, titolare della friggitoria Romanelli, chiude il conto a un anno e otto mesi: risarcito l’Ente per danni con il sequestro della Bmw. Stipendi percepiti indebitamente per 22mila euro. Timbrava e andava in pizzeria o nei centri commerciali

BRINDISI – Patteggiamento della pena per Giuseppe Carlo Larocca, 59 anni, per chiudere il conto con la giustizia dopo essere stato arrestato, ai domiciliari, nell’inchiesta sull’assenteismo al Comune di Brindisi: un anno e otto mesi, pena sospesa, previo risarcimento del  danno patito dall’Ente, sia per gli stipendi incassati quando non era in ufficio, che per lesione dell’immagine, per un totale che sfiora i 22mila euro.

finanza al comune palazzo di città-2

Il patteggiamento

L’imputato, arrestato il 29 luglio 2016, ha ottenuto di concordare la pena rispetto alle accuse di truffa aggravata ai danni dell’Amministrazione cittadina e falso per la timbratura del badge, mosse dal pubblico ministero Valeria Farina Valaori, dopo l’esposto sul quale indagarono i finanzieri. Dopo l’ok del sostituto procuratore, nel frattempo trasferito alla procura di Lecce, il difensore di Larocca, l’avvocato Ladislao Massari (nella foto in basso), ha incassato l’avallo del giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Brindisi nel primo pomeriggio di oggi, martedì 19 dicembre 2017.

Il risarcimento dei danni

Larocca ha chiuso il conto anche con il Comune di Brindisi-datore di lavoro, dopo essersi licenziato lo scorso 9 agosto. Era dipendente del settore Servizi sociali, assegnato al centro anziani del quartiere Bozzano. Prima di lasciarsi la vicenda giudiziaria alle spalle ha proceduto con il risarcimento per equivalente, della somma oggetto della truffa pari a 21.646,98, compensata con l’auto di sua proprietà, una Bmw già sottoposta a sequestro contestualmente alla notifica dell’ordinanza di custodia cautelare.

L’interrogatorio e le fonti di prova

ladislao massari-2Larocca, in sede di interrogatorio di garanzia davanti al gip, ammise le sue colpe e al tempo stesso scagionò i colleghi accusati di aver timbrato il cartellino al suo posto, per farlo risultare presente in ufficio. “Ho sbagliato io, solo io: è vero, andavo in ufficio, timbravo il cartellino e poi mi spostavo in pizzeria. Nessuno dei miei colleghi ha mai smarcato per conto mio”, disse

Il giudice per le indagini preliminari apprezzò “l’atteggiamento collaborativo di Larocca”dopo aver sottolineato la gravità della condotta. Perché stando ai risultati delle indagini, sarebbe stato  “presente in ufficio non più di un’ora al giorno, a fronte delle sei lavorative e dei rientri pomeridiani previsti dal Comune di Brindisi” nel periodo di un anno e quattro mesi, dal primo gennaio 2015 sino al 20 aprile scorso, quando i finanzieri fecero una visita a sorpresa nel centro anziani e non trovarono Larocca, seguito e filmato sino a Bari, nel centro di vendita di materiale elettrico Acmei. I militari lo seguirono anche nel Leccese, presso i centri commerciali Brico e Metro, nel Tarantino e anche in provincia di Foggia, sempre in orario di lavoro: alcuni giorni è stata accertata la sua presenza in ufficio cinque minuti di orologio.

L’altro imputato

Nella ricostruzione del pm a smarcare per Larocca, sarebbe stato il collega d’ufficio Luigi Antonino, per il quale è stato chiesto il rinvio al giudizio del Tribunale. Per l’imputato, difeso dall’avvocato Cosimo Luca Leoci, l’udienza preliminare è stata rinviata alla prossima primavera. Nel capo d’imputazione, viene contestata la timbratura per 233 nell’arco del periodo monitorato, iniziato il primo gennaio e concluso il 20 aprile 2016.

Per gli altri due colleghi, Antonio Caforio e Angelo Scalia, c’è già stata archiviazione, tenuto conto della “prova incerta dopo l’ascolto di due testimoni” ottenuto dalla difesa affidata all’avvocato Mauro Masiello.

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