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Cronaca

Assenteismo al Comune, tornano in libertà i due impiegati dei Servizi sociali

Il gip revoca gli arresti per Carlo Larocca e Luigi Antonino, ai domiciliari dal 28 luglio, e applica la sospensione dal lavoro per un anno. Accolta la richiesta dei difensori dopo gli interrogatori, parere contrario del pm. Nessuna misura interdittiva per i due indagati a piede libero

BRINDISI – Tornano in libertà i due dipendenti del settore Servizi sociali del Comune di Brindisi arrestati con le accuse di truffa aggravata e falso lo scorso 28 luglio in relazione alle assenze dall’ufficio e alla timbratura dei badge: per Carlo Larocca, anche titolare della pizzeria Romanelli, e Luigi Antonino la misura cautelare è stata sostituita con quella interdittiva della sospensione dal lavoro per la durata di un anno. Il periodo massimo possibile, stando alle disposizioni, con conseguente sospensione dello stipendio.

procura di Brindisi-2La decisione è stata assunta del primo pomeriggio di oggi, 4 agosto, dal gip del Tribunale di Brindisi, Tea Verderosa, all’esito degli interrogatori di garanzia sostenuti dagli indagati nelle ultime 24 ore, entrambi dipendenti presso la sede del centro anziani di via Spagna, rione Bozzano. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta avanzata dai difensori di Larocca, Mauro Masiello e Ladislao Massari, e di Antonino, Luca Leoci, nonostante il parere negativo del pubblico ministero.

Il gip ha apprezzato “l’atteggiamento collaborativo di Larocca” il quale ha ammesso di essersi assentato con frequenza dal posto di lavoro per raggiungere la pizzeria Romanelli o per svolgere commissioni legate alla sua seconda attività. L’accusa mossa dal sostituto procuratore Valeria Farina Valaori di “essere stato presente in ufficio non più di un’ora al giorno, a fronte delle sei lavorative e dei rientri pomeridiani previsti dal Comune di Brindisi” nel periodo di un anno e quattro mesi, dal primo gennaio 2015 sino al 20 aprile scorso, quando i finanzieri fecero una visita a sorpresa nel centro anziani e non trovarono Larocca, seguito e filmato sino a Bari, nel centro di vendita di materiale elettrico Acmei.

I militari lo hanno seguito anche nel Leccese, presso i centri commerciali Brico e Metro, nel Tarantino e anche in provincia di Foggia, sempre in orario di lavoro: alcuni giorni è stata accertata la sua presenza in ufficio cinque minuti di orologio. Larocca ha ammesso le sue colpe e al tempo stesso ha scagionato i colleghi, a cominciare da Luigi Antonino, arrestato con accuse identiche, perché ritenuto suo complice.

Antonino, l’ultimo ad essere stato interrogato ha negato di aver mai usato il cartellino di Larocca per segnare le presenze del collega. Per la Procura lo avrebbe fatto 233 volte.

Secondo il gip, fermo restando la “gravità delle condotte” tenute sia da Larocca che da Antonino, “è possibile fronteggiare il pericolo di reiterazione del reato alla base degli arresti domiciliari con una misura non coercitiva, valorizzando anche la grande espansione temporale che le misure interdittive hanno subito a seguito dell’entrata in vigore della riforma dettata alla legge 47 del 2015”. La sospensione dal lavoro è stata portata sino a un anno.

Hanno respinto le accuse di complicità anche i due impiegati rimasti a piede libero, Antonio Caforio e Angelo Scalia: il pubblico ministero aveva chiesto nei loro confronti l’applicazione della misura interdittiva della sospensione dal lavoro per tre mesi, negata dal gip. Secondo l’accusa, Caforio avrebbe smarcato il cartellino di Larocca 12 volte, Scalia quattro volte.

I finanzieri hanno sequestrato la Bmw di Larocca non avendo trovando liquidità sui conti correnti a lui intestati: il gip aveva chiesto il sequestro preventivo in relazione alla somma pari a 21.646,98 euro pari agli stipendi indebitamente percepiti essendo state accertate le assenze dall’ufficio.

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