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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

“Assenteismo alla Asl, facevano la spesa: leso rapporto di fiducia con i pazienti”

Depositate le motivazioni della sentenza d'Appello: 29 imputati tra medici, infermieri, fisioterapisti e addette alle pulizie sono stati condannati per truffa. "Dagli ambulatori di via Dalmazia si allontanavano anche per andare in pescheria o al mercato della Commenda"

BRINDISI -   “Le assenze ingiustificate dagli ambulatori Asl di via Dalmazia sono documentate dalle telecamere e per questo sono fuori discussione e hanno avuto ripercussioni in termini di lesione dell’immagine dell’Ente pubblico e del rapporto fiduciario con gli utenti del servizio, oltre che di truffa aggravata ai danni dell’Azienda sanitaria locale”.

Uffici e ambulatori Asl di via Dalmazia

Per questi motivi, depositati nei giorni scorsi, la Corte d’Appello di Lecce ha affermato la colpevolezza di 29 su 36 imputati, tra medici, infermieri, fisioterapisti e addetti alle pulizie nella sede Asl, così come chiesto dal rappresentante della pubblica accusa, confermando il teorema accusatorio documentato – si legge nella sentenza – dalle immagini registrate da tre telecamere nascoste all’ingresso dell’ambulatorio e in prossimità delle macchinette smarcatempo. Il giudizio di responsabilità, inoltre, è stato ritenuto fondato “con la necessaria certezza” anche in relazione all’esame del maresciallo Marco Senatore in servizio presso i carabinieri del Nas di Taranto, impegnati nei servizi di appostamento e di pedinamento nel periodo dell’inchiesta, così come è stato evidenziato nella sentenza di primo grado a cui la Corte ha rinviato.

“Si tratta di emergenze probatorie oggettive o comunque facilmente interpretabili acquisite attraverso un’attività di indagine sviluppatasi dal mese di aprile del 2009 sino al mese di settembre dello stesso anno”, è scritto nella sentenza d’Appello (collegio presieduto da Vincenzo Scardia (consigliere relatore Francesco Aliffi). In un’occasione, un dipendente della Asl in servizio in via Dalmazia, nell’orario di lavoro è stato visto “entrare in una pescheria, poi al supermercato”, un altro si è spostato “al mercato rionale della Commenda e successivamente è andato a comprare le mozzarelle”. Condotte definite gravi e ripetute dai giudici, tali da essere di impedimento al riconoscimento delle attenuanti generiche.

Il conto in nome della giustizia, alla fine, è stato ridotto rispetto alle pene inflitte in primo grado tenuto conto dell’estinzione per intervenuta prescrizione di alcuni episodi contestati. Queste le condanne: Marisa Barnaba: 1 anno e tre mesi e 15 giorni più 570 euro di multa; Maddalena Turi: un anno e 10 mesi più 800 euro; Isa Capriglia: 1 anno e tre mesi  e 450 euro di multa; Vincenza Coralba Buonfrate: 1 anno e 450 euro di multa; Michele Campanelli un anno di reclusione e 450 euro di multa; Vito Capone: 1 anno e tre mesi e 450 euro di multa;  Michele Ciciriello: due anni e 900 euro; Carmela Corvetto: 1 anno e tre mesi e 450 euro di multa;  Biagio Deleonardis: 1 anno e quattro mesi e 600 euro di multa;  Umberto De Vincentis: due anni  e 900 euro;  Annarita Greco: sette mesi e 200 euro;  Cosimo Guadalupi: due anni e 900 euro; Domenica Guarino: 1 anno e quattro mesi e 600 euro; Liliana Leone: 1 anno e quattro mesi e 600 euro;  Vincenza Macchitella: 1 anno e quattro mesi e 600 euro.

E poi: Maria Lucia Moccia: 1 anno e 450 euro; Maria Gabriella Mongelli: 1 anno, sei mesi e venti giorni più 750 euro; Maria Palazzo: undici mesi e  15 giorni e 420 euro; Patrizia Palma 1 anno e 450 euro, Antonio Pantaleo: 1 anno, sei mesi e venti giorni più 750 euro; Ruggiero Luigi: 1 anno e 450 euro; Maria Schina: 1 anno e 450 euro; Luigina Stefani: 1 anno e 450 euro (è stata l’unica alla quale sono state riconosciute le attenuanti generiche);  Antonella Trapani: 1 anno e 450 euro; Loredana Comunale: 1 anno e 450 euro; Lucia Padula: 1 anno e 450 euro; Antonella Cavallo: 1 anno e 450 euro; Teodoro De Castro: 1 anno e 25 giorni e 370 euro; Michele Campanelli: 1 anno; Graziella Ribezzi: sette mesi e 200 euro.

Assoluzione per Carmelo Panna perché il fatto non sussiste; assolti per particolare tenuità del fatto Eupremio Cozzoli, Maria D’Amico e Antonio Carmelo Vitale. Nullità del capo di imputazione per Antonia Saponaro con restituzione degli atti al pubblico ministero.
Parti civili sono la Asl di Brindisi, rappresentata in giudizio dall’avvocato Rosario Almiento e la Regione Puglia.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Mauro Masiello, Massimiliano Nimis, Giuseppe Lanzalone, Ladislao Massari, Simona Ermanno, Domenico Tanzarella, Gianfranco Castrignanò, Vito Cellie, Mauro Masiello, Massimo Manfreda, Lorenzo Durano, Angela De Cristofaro, Vincenzo Farina, Karin Pantaleo, Orazio  Vesco, Gianluca Palazzo, Roberto Cavalera, Alfonso Tatarano, Carlo Tatarano, Giuseppe Martino, Donato Musa, Gianpiero Iaia, Gianvito Lillo, Vita Lofino, Leonardo Convertini, Paolantonio D’Amico, Francesco Paolo Sisto, Angelo Anglani, Francesco Musci, Alessandro Caiulo, Cinzia Cavallo, Mario Mari, Giancarlo Camassa, Raffaele Missere, Roberta De Castro, Mariano Fiore, Fabio Cardanobile, Carmela Roma, Antonio Maurino, Daniela Faggiano, Mirella Ramundo, Giampaola Gambino, Carlo Caforio, Angela De Cristofaro e Gessica Prodi.



 

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