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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Assenteisti al Comune, chiesta archiviazione per due impiegati

Le timbrature del cartellino di Carlo Larocca, dipendente del centro anziani del Comune di Brindisi e titolare della friggitoria Romanelli, sono state fatte da altri, non dai colleghi Antonio Caforio e Angelo Scalia

BRINDISI – Le timbrature del cartellino di Carlo Larocca, dipendente del centro anziani del Comune di Brindisi e titolare della friggitoria Romanelli, sono state fatte da altri, non dai colleghi Antonio Caforio e Angelo Scalia. Motivo per il quale il pm ha chiesto l’archiviazione per i due impiegati, finiti sotto inchiesta con l’accusa di essere complici del collega assenteista.

Secondo il sostituto procuratore Valeria Farina Valaori gli elementi raccolti in fase di indagine non consentono di confermare l’ipotesi inizialmente affermata, secondo cui Caforio avrebbe smarcato le presenze di Larocca usando il suo badge 12 volte, mentre Scalia lo avrebbe fatto quattro volte dal primo gennaio 2015 al 20 aprile 2016. Circostanza smentita dai due, entrambi difesi dall’avvocato Mauro Masiello.

La prova è incerta, non è tale da consentire di sostenere le accuse di truffa e falso al dibattimento. E’ plausibile, ad avviso del pm che a timbrare per coprire Larocca che era altrove, spesso in pizzeria, a volte nei centri commerciali, non fossero i due impiegati, anche loro dipendenti del settore Servizi sociali, in servizio nel centro anziani del rione Bozzano. Ma altri. Chi?

Rischia il processo Luigi Antonino, con l’accusa di aver timbrato per conto dell’altro 233 volte nell’arco del periodo monitorato: il dipendente finì ai domiciliari, al pari di Larocca, per poi essere rimesso in libertà all’indomani dell’interrogatorio di garanzia dinanzi al gip Tea Verderosa che sostituì la misura cautelare con quella interdittiva dal lavoro per la durata di un mese. Tale sospensione è stata dimezzata su pronuncia del Riesame, a cui fece ricorso il difensore Luca Leoci.

La richiesta di archiviazione è stata presentata al gip dopo aver interrogato i due indagati rimasti a piede libero e dopo aver sentito due testimoni su richiesta dell’avvocato Mauro Masiello.  Larocca, dal canto suo, ha sempre escluso la complicità dei colleghi nel corso dell’interrogatorio davanti al gip, alla presenza del suo legale, Ladislao Massari.

Per il titolare della friggitoria, diventa sempre più concreta la strada del patteggiamento della pena, una volta definita la restituzione della somma contestata dalla Procura in relazione agli stipendi percepiti in maniera indebita viste le assenze.

Gli stipendi percepiti indebitamente da Larocca sono pari a 21.646,98 euro, stando ai conteggi dei finanzieri, e per questo il gip ha disposto il sequestro preventivo della somma “da reperire eventualmente sui conti correnti bancari di cui è intestatari”. I militari del Nucleo di polizia tributaria non hanno trovato nulla e per questo è stata sequestra l’auto, una Bmw, intestata a Larocca, la stessa usata per gli spostamenti. Nel frattempo è stato avviato il procedimento disciplinare.

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