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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Francavilla Fontana

"Assicurati col racket". Arrestato

FRANCAVILLA FONTANA – “Assicurazione sulla vita per voi e la vostra famiglia durante questi anni avete fatto tanta fortuna economicamente e noi vi ammiriamo per questo perché siete una persona seria e intelligente perciò avete bisogno di noi. Quindi vi chiediamo di aderire alla nostra assicurazione che assicura solo persone in gamba e con un piccolo versamento assicuriamo la tranquillità della vostra famiglia moglie figli. Entro 24 ore fate il versamento contrariamente sarete responsabili di ciò che accade a voi e alla vostra famiglia mi raccomando a non sbagliare strada lo dico per voi”.

FRANCAVILLA FONTANA – “Assicurazione sulla vita per voi e la vostra famiglia durante questi anni avete fatto tanta fortuna economicamente e noi vi ammiriamo per questo perché siete una persona seria e intelligente perciò avete bisogno di noi. Quindi vi chiediamo di aderire alla nostra assicurazione che assicura solo persone in gamba e con un piccolo versamento assicuriamo la tranquillità della vostra famiglia moglie figli. Entro 24 ore fate il versamento contrariamente sarete responsabili di ciò che accade a voi e alla vostra famiglia mi raccomando a non sbagliare strada lo dico per voi”.

Quattro destinatari diversi per lo stesso messaggio intimidatorio che però non ha intimorito per niente le vittime. È così che grazie alla denuncia di quattro commercianti francavillesi alle prime luci dell'alba di oggi i carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana al comando del capitano Giuseppe Prudente, insieme agli uomini del Nucleo operativo e radiomobile guidati dal  tenente Simone Clemente, hanno potuto arrestare il 24enne di Francavilla, vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, Alfonso Leo. È accusato di estorsione pluriaggravata, consumata e tentata, continuata in concorso con ignoti. Avrebbe estorto denaro per un totale di 350mila euro.

L'ordinanza, che ha chiuso l'indagine denominata “Il postino” è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari Maurizio Saso, su richiesta del pubblico ministero Raffaele Casto. Il 24enne è stato rinchiuso nel carcere di Brindisi in attesa dell'interrogatorio di garanzia che avverrà nei prossimi giorni alla presenza del suo legale di fiducia Ladislao Massari.

Sul capo di Alfonso Leo pendono numerosi precedenti penali: nel 2011 fu arrestato insieme ad altri complici perché trovato in possesso di oltre un chilo di sostanza stupefacente, è destinatario del provvedimento di Daspo, non poteva partecipare a manifestazioni sportive per essersi reso responsabile di atti di violenza, era stato ritrasferito in carcere perché sorpreso a chattare con un detenuto mentre era sottoposto agli arresti domiciliari.

Alfonso Leo, inoltre, è il figlio di Gaetano Leo, uno degli esponenti a Francavilla Fontana della Scu, mesagnese per associazione per delinquere di tipo mafioso. La indagini che hanno portato all'arresto di Leo sono state avviate il 16 aprile del 2010 quando un venditore di capi d’abbigliamento di Francavilla Fontana, si presentò in caserma per denunciare di aver ricevuto una lettera minacciosa e a sfondo estorsivo, accompagnata da due cartucce di fucile calibro 12.

Nello stesso giorno un altro commerciante (sempre di capi di abbigliamento) sporse la stessa denuncia: l'uomo riferì di aver trovato a terra, davanti al portone del garage adiacente la propria abitazione, una busta da lettera di colore giallo, chiusa con nastro isolante nero e intestata a lui. La busta conteneva due cartucce di fucile da caccia calibro 12 di colore arancione e la lettera di cui sopra.

Qualche giorno dopo, e precisamente il 21 aprile del 2010 un imprenditore di arredamenti denunciò in caserma che il padre aveva trovato davanti al cancello della sua abitazione di campagna, per terra (dopo essere stata, probabilmente, attaccata, con nastro adesivo al cancello), una busta da lettera di colore giallo con su scritto, a macchina, il cognome del destinario e poi chiusa con nastro isolante di colore nero. Anche questa conteneva due cartucce per fucile da caccia calibro 12 accompagnate dalla solita missiva.

Il giorno dopo un altro imprenditore francavillese si presentò in caserma per denunciare che una settimana prima aveva anche egli rinvenuto la stessa busta da lettera di colore giallo chiusa con nastro isolante di colore nero e contenente due cartucce per fucile da caccia calibro 12 di colore azzurro accompagnate da una lettera. Il testo era lo stesso per tutte e quattro le missive, gli importi variavano di volta in volta da un minimo di 20mila euro a un massimo di 200mila. Dopo circa due mesi dall’inizio delle indagini, e precisamente il 18 giugno del 2010, il figlio di uno dei denuncianti fu destinatario di un attentato intimidatorio: la saracinesca della sua attività fu raggiunta da cinque colpi di arma da fuoco.

Le indagini permisero di accertare che uno dei responsabili di

questo atto intimidatorio era proprio Alfonso Leo. Attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali i carabinieri di Francavilla Fontana sono riusciti anche a dimostare che il responsabile delle estorsioni ai danni dei quattro commercianti che avevano sporto denuncia era sempre Leo. Sarebbe stato egli stesso a vantarsi delle lettere minacciose nei confronti dei commercianti, durante una conversazione telefonica. I militari hanno appurato che il 24enne, con l'aiuto di altri complici che però non sono ancora stati identificati, ha estorto oltre 350mila euro in denaro contante.

“L’operazione denominata convenzionalmente “il postino” pone un freno tangibile al fenomeno del racket con la speranza che gli ignoti commercianti francavillesi che hanno preferito non denunciare analoghi episodi estorsivi prendano coraggio e si affidino alle istituzioni preposte – sottolinea il capitano Prudente – resta il dubbio, infatti, sul ‘numero oscuro’ cioè su tutte quelle estorsioni cagionate e non denunciate. Non si esclude che oltre ai pochi denuncianti vi siano molti che hanno deciso di sottostare al racket, infatti lo stesso Leo in alcune conversazioni intercettate riferisce “la mettevamo (la busta contenente la richiesta estorsiva, ndr)) da tutte parti”.

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