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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Coltivava marijuana in giardino, assolto: “Uso personale”

Vito Carbone, brindisino, venne arrestato dai carabinieri del Casale con l'accusa di spaccio, caduta nel processo con rito abbreviato

BRINDISI –  Nel giardinetto della sua abitazione i carabinieri trovano due piantine di cannabis indica alte 50 centimetri e scattò l’arresto per spaccio. Oggi l’accusa mossa nei confronti di Vito Carbone è caduta: l’imputato è stato “assolto perché il fatto non sussiste”, al termine del processo con rito abbreviato.

Per le motivazioni bisognerà attendere, ma sembra chiaro che il gup del Tribunale di Brindisi Paola Liaci, non abbia ritenuto che quella coltivazione sia da mettere in relazione all’attività di spaccio non essendo finalizzata alla vendita, quanto limitata al consumo personale inquadrandosi in una sorta di auto-produzione, come peraltro sostenuto dalla difesa, affidata all’avvocato Daniela d’Amuri.

La penalista, infatti, ha depositato in sede di discussione documentazione tale da attestare il “perdurante stato di tossicodipendenza” che lo stesso imputato avrebbe ammesso in sede di interrogatorio di convalida davanti al gip, all’indomani dell’arresto avvenuto il 17 luglio 2014, quando i carabinieri della stazione del Casale, si presentarono a casa sua nell’ambito di controlli ordinari relativi ai brindisini detenuti in regime di domiciliari.

Carbone era uno di questi: nella sua abitazione furono trovati quattro grammi di marijuana e nel giardinetto due piante di cannabis alte 50 centimetri. Di conseguenza, dai domiciliari finì in carcere ma negò di aver mai spacciato droga, ammettendo invece di farne uso personale: produzione e poi consumazione, quindi. 

Lo stesso rappresentante della pubblica accusa, Giuseppe De Nozza, in sede di discussione ha chiesto l’assoluzione dall’accusa mossa inizialmente. Il gup ha aderito a questa impostazione, rimarcata dalla difesa.

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