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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Assolto in Appello l'amministratore giudiziale accusato di aver favorito i D'Oriano

BRINDISI – Tutti assolti in Appello, gli imputati della vicenda che coinvolse la famiglia D’Oriano e l’amministratore giudiziale della società loro sequestrata in base alla normativa antimafia. La sentenza è stata pronunciata nella prima serata di oggi dal collegio della seconda sezione penale (presidente Conte, relatore Campanile), che ha riformato radicalmente la decisione del tribunale di Brindisi del 21 dicembre 2009. In quella circostanza gli imputati erano stati tuttavia giudicati colpevoli solo del reato di concorso continuato in corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, e condannati tutti, con le attenuanti generiche, ad un anno e 6 mesi di reclusione, mentre era stato prescritto il reato di concorso in trasferimento fittizio di beni, e l’amministratore giudiziale era stato assolto da varie circostanze presunte di appropriazione indebita.

BRINDISI – Tutti assolti in Appello, gli imputati della vicenda che coinvolse la famiglia D’Oriano e l’amministratore giudiziale della società loro sequestrata in base alla normativa antimafia. La sentenza è stata pronunciata nella prima serata di oggi dal collegio della seconda sezione penale (presidente Conte, relatore Campanile), che ha riformato radicalmente la decisione del tribunale di Brindisi del 21 dicembre 2009. In quella circostanza gli imputati erano stati tuttavia giudicati colpevoli solo del reato di concorso continuato in corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, e condannati tutti, con le attenuanti generiche, ad un anno e 6 mesi di reclusione, mentre era stato prescritto il reato di concorso in trasferimento fittizio di beni, e l’amministratore giudiziale era stato assolto da varie circostanze presunte di appropriazione indebita.

Secondo le indagini condotte dalla polizia e dalla procura, Antonio D’Oriano di 43 anni, Domenico D’Oriano di 82 anni, Alfonso D’Oriano di 58 anni, Margherita Nannavecchia di 40 anni (moglie di Domenico D’Oriano), e l’amministratore giudiziale Remo Olivari, Lecce, 65 anni, avrebbero concertato di intestare alla donna la società Its per aggirare le misure preventive applicate, trasferendo alla stessa attraverso l’impresa portuale sotto sequestro, la D’Oriano Maria Edelma Srl, appalti e lavori. Ma al momento del processo tale reato, che decorreva dal momento in cui la Its era stata costituita, risultava prescritto. Diversa la situazione per l’accusa di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, perché Olivari avrebbe con sentito ai D’Oriano, pur in presenza delle misure antimafia, di svolgere il ruolo di amministratori di fatto della D’Oriano Maria Edelma.

Insomma, Olivari era stato considerato dalla sentenza di primo grado un amministratore giudiziale infedele, perché avrebbe consentito alle persone colpite dalle misure di prevenzione di continuare a tenere tutti e due i piedi nell’azienda che gli era stata affidata dal tribunale, quindi dallo Stato. Questa sera invece il professionista leccese è stato assolto anche da questo reato assieme ai D’Oriano perché il fatto non sussiste. Olivari è stato difeso dall’avvocato Amilcare Tana,  Alfonso e Domenico D’Oriano dagli  avvocati Stefano Chiriatti e Francesco Cantobelli, Antonio D’Oriano dall’avvocato Federico Massa.

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