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Cronaca

Provoca incidente e risulta positivo alla cannabis: arriva l'assoluzione

Il sinistro a si verificò a Brindisi nell'aprile 2019. La tesi sostenuta dalla difesa: “Non è stato dimostrato che fosse in una condizione di alterazione mentre conduceva lo scooter”

BRINDISI – E’ risultato positivo alla cannabis dopo l’incidente, ma non è stato dimostrato che versasse in una condizione di effettiva alterazione psico/fisica mentre era in sella al suo scooter. Questo, per sommi capi, il nocciolo della tesi difensiva sostenuta dall’avvocato Mauro Durante, difensore di un brindisino di 33 anni assolto dal reato di guida sotto effetto di sostanze stupefacenti. La sentenza è stata emessa nella giornata di lunedì (13 febbraio) dal giudice del tribunale di Brindisi.

La vicenda risale al mese di aprile del 2019, quando per le vie di Brindisi si verificò un grave incidente. Le responsabilità del sinistro, sulla base dei rilievi effettuati dalle forze dell’ordine, furono attribuite al 33enne, che risultò positivo ai cannabinoidi. 

Pochi mesi dopo, il gip del tribunale di Brindisi emise a carico dell’imputato un decreto penale di condanna alla pena di 15mila euro di ammenda, oltre alla revoca della patente di guida e alla confisca del motociclo. A seguito dell’opposizione al provvedimento del giudice presentata dall’avvocato Durante, il caso è approdato in tribunale, dove si è celebrato un processo con rito ordinario.

Avvocato Mauro Durante 4-2

Il legale, come accennato, ha sostenuto che non vi fosse prova della effettiva alterazione in occasione della conduzione dello scooter, nel solco di una giurisprudenza che oramai si sta sempre più consolidando secondo cui ai fini della configurabilità del reato previsto dall’articolo 187 del Codice della strada (guida in stato di alterazione psico-fisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope) non è sufficiente porsi alla guida del veicolo subito dopo aver assunto droghe ma è necessario che si versi in stato di alterazione causato dall’assunzione.  Tale stato deve essere desunto da accertamenti biologici dimostrativi dell’avvenuta precedente assunzione dello stupefacente unitamente all’apprezzamento dei dati sintomatici rilevati al momento del fatto sul conducente. 

La difesa ha rimarcato delle lacune che vi sarebbero state nella fase delle indagini, in particolar modo subito dopo l’incidente. Nel corso del dibattimento è stato inoltre escusso un teste. Il giudice, dunque, a fronte di una richiesta di condanna a quattro mesi di reclusione avanzata dal pm, ha assolto l’imputato perché il fatto non sussiste. 

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