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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Atti sessuali su un 12enne: minorenne assolto dopo 8 mesi di custodia cautelare

Il ragazzo era stato arrestato lo scorso giugno, all'età di 16 anni, sulla base della testimonianza di un altro minore. Il pm aveva chiesto la condanna a 8 anni e 6 mesi di reclusione

BRINDISI – Assolto perché il fatto non sussiste. Questa la sentenza pronunciata oggi (venerdì 4 febbraio) dal tribunale dei minori di Lecce nei confronti di un minorenne brindisino, difeso dall’avvocato Daniela D’Amuri, accusato di atti sessuali su un 12enne.  L’imputato fu arrestato a giugno 2021, all’età di 16 anni, sulla base della testimonianza di un altro minorenne che spontaneamente aveva raccontato agli inquirenti della presunta violenza ai danni del 12enne. Privato della libertà personale, il 16enne fu ristretto presso l’istituto penale per i minorenni di Potenza a diversi chilometri da casa, allontanato dagli affetti e gravato dal fardello di gravissimi reati.

La gravità delle accuse mosse dal testimone, che si disse essere conoscitore dei fatti perché presente ad alcuni abusi sessuali subiti dall’amico, convinsero il Procuratore presso il tribunale per i minorenni, Simona Filoni, a chiedere l’applicazione della più grave misura cautelare, ad insistere per la permanenza in Istituto (da qualche mese il 16enne era agli arresti domiciliari) e oggi a chiedere una condanna di 8 anni e 6 mesi di reclusione.

L’imputato, dichiaratosi innocente sin dal suo arresto, non è sceso a patti con una giustizia minorile che anche per reati gravi, in base all’articolo 28 del Dpr- 448/1988, consente la sospensione del processo con messa alla prova. La “scappattoia” prevista dal processo minorile estingue il reato all’esisto della prova che ha una durata variabile affidata alla valutazione del giudice e che può durare anche 3 anni, ma prevede come requisito necessario l’ammissione di colpevolezza dell’imputato e la dimostrazione di essersi pentito della condotta commessa.

La misura della messa alla prova, chiaramente incompatibile con la proclamazione di innocenza dell’imputato, è stata rifiutata e al suo posto si è tenuto un lungo dibattimento presso il tribunale collegiale presieduto dal presidente Maria Cristina Mattei. Accolta la richiesta del difensore e dopo quattro ore di camera di consiglio il tribunale ha pronunciato sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste, ordinando l’immediata liberazione dell’imputato. “Oggi – dichiara l’avvocato Daniela D’Amuri - finisce l’incubo del minorenne accusato ingiustamente e privato della sua libertà personale in virtù di una custodia cautelare o preventiva che dir si voglia, per ben otto lunghi mesi”.

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