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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Ostuni

Attacco israeliano, un tenore di Ostuni tra gli attivisti prigionieri

OSTUNI - Sulla flottiglia multinazionale di attivisti filo-palestinesi in navigazione verso la Striscia di Gaza con un carico di aiuti umanitari e assalita l’altra notte dalle forze israeliane c’èra anche un artista ostunese acquisito, rimasto illeso insieme agli altri volontari italiani: Joe Fallisi, sessantenne, cantante lirico, poi arrestato essendosi rifiutato di rientrare in Italia. Originario della Toscana, cresciuto a Milano, ma tanto affascinato dalla Puglia da sceglierla di recente come terra dove stabilirsi abitualmente.

OSTUNI - Sulla flottiglia multinazionale di attivisti filo-palestinesi in navigazione verso la Striscia di Gaza con un carico di aiuti umanitari e assalita l’altra notte dalle forze israeliane c’èra anche un artista ostunese acquisito, rimasto illeso insieme agli altri volontari italiani: Joe Fallisi, sessantenne, cantante lirico, poi arrestato essendosi rifiutato di rientrare in Italia. Originario della Toscana,  cresciuto a Milano, ma tanto affascinato dalla Puglia da sceglierla di recente come terra dove stabilirsi abitualmente.

Fallisi è molto conosciuto per la sua militanza anarchica e per il suo impegno a favore del popolo palestinese. Nel gennaio scorso aveva partecipato alla 'Gaza Freedom March' e aveva intrapreso uno sciopero della fame al Cairo contro le autorità egiziane che gli negavano il lasciapassare per la Striscia. All'agenzia online InfoPal, che pubblica notizie sulla Palestina, aveva scritto una lettera: «Carissimi, oggi è il nono giorno di sciopero della fame. Quel che sto facendo, per la libertà di movimento mia, ma soprattutto dei martiri palestinesi di Gaza, non è niente rispetto a quel che subiscono loro. Circondati ormai da due muri, tra poco non potranno più scegliere di non mangiare... saranno costretti a farlo».

«Non era preoccupato, non era la prima volta che andava a Gaza, anzi c'era già stato un paio di volte con la stessa associazione. Non aveva paura, assolutamente. L'ho sentito qualche giorno prima che partisse e l'ho richiamato oggi dopo aver visto quello che era successo in tv, ma non sono riuscito a parlargli», ha raccontato Angelo De Rose, titolare di una piccola ditta di costruzioni a Milano, da anni «grande amico» di Fallisi. «È un patito della Palestina e sostiene la causa araba - ha detto l'amico - è partito tranquillo con centinaia di compagni: aveva anche composto, è un tenore che tra l'altro conosceva personalmente Luciano Pavarotti e aveva cantato a Gaza in vari concerti a teatro».

Il tenore Joe Fallisi, attivista di vecchia data, attualmente legato al Circolo di Sinistra e Libertà della Città Bianca ed esperto di missioni umanitarie in Medio Oriente, da alcune settimane risiede a Ostuni, nei pressi della Villa Comunale. Lo scorso 1 Maggio ha anche presieduto la giuria del concorso-concerto in Piazza della Libertà. In ansia da ore, gli amici del Caffè Tito Schipa hanno cercato di mettersi in contatto, senza fortuna.

L'azione della marina israeliana ha puntato contro il convoglio Freedom Flotilla che si stava dirigendo verso la Striscia per forzare il blocco e portare aiuti umanitari. I militari hanno sparato contro una nave turca. Le autorità israeliane riferiscono di almeno dieci morti. In un primo momento si era parlato di 19 vittime. Decine i feriti. Insieme a Fallisi componevano la delegazione italiana anche una giornalista torinese,  Angela Lano, il regista e reporter Manolo Luppichini, il fotografo e video-operatore freelance Manuel Zani e due cittadini palestinesi (Tamim Abdel Jaber e Munim Qaraqedue) residenti in Italia e impegnati nel volontariato.

La sua partecipazione alla trasferta di Gaza, Fallisi l’aveva spiegata così agli amici:  “Sarò sulla Flottiglia della libertà. Direzione? Gaza. Sarò con loro, e non potrei essere più felice”. Felicità spenta con le armi.  Feroce l'assalto israeliano contro la flottiglia in rotta verso Gaza nel tentativo di forzare il blocco imposto da Tel Aviv. Secondo le prime ricostruzioni, le forze armate di Tel Aviv avrebbero cercato di prendere il controllo delle imbarcazioni, ma l'assalto è finito nel peggiore dei modi. Una carneficina, che ha scioccato il mondo.

L’esercito israeliano si difende, sostenendo di aver reagito dopo che i soldati erano stati bersaglio di un attacco, anche con armi da fuoco, durante il blitz condotto su una delle navi; gli attivisti invece negano questa ricostruzione e assicurano di non aver sparato “un solo colpo”. Anche i funzionari doganali del porto di Antalya, in Turchia, respingono le accuse circa il fatto che la nave turca assaltata dalla marina di Tel Aviv trasportasse armi oltre che aiuti umanitari diretti a Gaza. Alla vigilia, il tenore “ostunese” aveva spiegato: “Si tratterà, come sempre, per quel che ci riguarda, di una missione umanitaria e del tutto pacifica. I battelli potranno essere ispezionati dalle varie autorità in qualunque momento”.

Gli scontri si sono verificati solo su una delle sei imbarcazioni, la “Marmara”, battente bandiera turca. Il convoglio di aiuti umanitari e di attivisti stranieri era partito l’altro ieri dalle acque internazionali a largo di Cipro, sfidando il blocco israeliano di Gaza e gli avvertimenti israeliani. La flotta di sei navi era guidata da un'imbarcazione con bandiera battente turca con 600 persone a bordo. Le navi nella serata di ieri sono state condotte presso i porti israeliani di Haifa e Ashdod. Fallisi sarebbe stato arrestato dalle milizie israeliane, essendosi rifiutato di rientrare in Italia. Il suo messaggio è stato chiaro: “Da qui non mi muovo. Devo entrare a Gaza”.

La solidarietà del sindaco della Città Bianca, Domenico Tanzarella: "L’attacco israeliano ha dell’incredibile. Un assalto sconvolgente che rischia di produrre conseguenze gravissime. A Fallisi la solidarietà e la vicinanza dell’intera città”.

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