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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Ostuni

Attentati a Ostuni, i pm interrogano in carcere l'imputato che accusa il sindaco

OSTUNI – Denis Loparco sarebbe stato interrogato in carcere nei giorni scorsi dai sostituti procuratori Milto De Nozza e Alberto Santacatterina. Oggetto dell’interrogatorio del 38enne ostunese, detenuto per minacce, estorsioni, attentati vari all’avvocato Domenico Tanzarella, sindaco di Ostuni, ad amministratori e all’avvocato Luca Marzio, le accuse da egli rivolte a Tanzarella e allo stesso Marzio. Accuse gravi sulle quali gli inquirenti hanno l’obbligo di fare chiarezza. L’ostunese nel suo memoriale, acquisito agli atti, tra le tante presunte rivelazioni, ha anche fatto riferimento ad una irruzione negli uffici comunali di Francavilla Fontana per sottrarre la liste delle offerte per la gara di appalto relativa alla costruzione del Palasport comunale.

OSTUNI – Denis Loparco sarebbe stato interrogato in carcere nei giorni scorsi dai sostituti procuratori Milto De Nozza e Alberto Santacatterina. Oggetto dell’interrogatorio del 38enne ostunese, detenuto per minacce, estorsioni, attentati vari all’avvocato Domenico Tanzarella, sindaco di Ostuni, ad amministratori e all’avvocato Luca Marzio, le accuse da egli rivolte a Tanzarella e allo stesso Marzio. Accuse gravi sulle quali gli inquirenti hanno l’obbligo di fare chiarezza. L’ostunese nel suo memoriale, acquisito agli atti, tra le tante presunte rivelazioni, ha anche fatto riferimento ad una irruzione negli uffici comunali di Francavilla Fontana per sottrarre la liste delle offerte per la gara di appalto relativa alla costruzione del Palasport comunale.

Cosa sarebbe emerso da questo interrogatorio non è dato sapere. Certo, non ci vuole molto nel ritenere che Loparco abbia confermato le sue accuse che affidò al memoriale scritto in carcere e  rese di dominio pubblico nel corso della prima udienza del processo. Bisogna vedere se ha aggiunto altro e fornito elementi di verifica.

Loparco di trova in carcere dall’1 aprile del 2009. “Operazione New Deal” la chiamarono gli agenti della polizia. Quattro arresti: oltre a Loparco anche Alfredo Capone, 52 anni, Giovanni Basile, 32 anni, e Pierluigi Cisaria, 42 anni, ostunesi. Tutti accusati di associazione mafiosa finalizzata ad attentati incendiari, minacce, estorsioni.

In quegli anni erano stati presi di mira amministratori e funzionari comunali, e vari imprenditori e professionisti. Auto incendiate, ville date alle fiamme (anche quella di un vigile urbano), la testa mozzata di un cavallo con delle cartucce di fucile lasciate dinanzi alla porta di ingresso di un ingegnere, colpi d’arma da fuoco contro lo studio di un veterinario-assessore. I magistrati inquirenti sostengono che è opera di questo quartetto. Gli imputati respingono le accuse.

E poi il colpo di scena. E’ il 3 febbraio scorso. Loparco in udienza chiede la parola e dice che il sindaco Tanzarella, poco prima, passando davanti alla gabbia nel quale è rinchiuso (assieme agli altri co-imputati) gli avrebbe sussurrato: “Hai un bel bambino fuori, fai attenzione a ciò che dici”. Secondo Loparco, Tanzarella lo voleva intimorire per fargli ritirare le accuse che aveva affidato al memoriale. E cioè che sarebbe prima stato assoldato e poi mollato dal gruppo facente capo a Marzio, da Tanzarella e dall’imprenditore Epifani.

Loparco racconta che questi prima si erano fatti la guerra tra loro, poi si erano riappacificati e avrebbero cominciato a spartirsi appalti, posti di lavoro, tangenti. Nel memoriale Loparco scrive di essere stato pagato dall’avvocato Marzio (siamo nel marzo del 2008) perché con i suoi metodi (attentati vari) facesse pressioni sui componenti la giunta di centrosinistra guidata da Tanzarella. Dice che sarebbe stato lo stesso Luca Marzio a commissionargli l’attentato incendiario (marzo 2008) al dirigente dell’Ufficio tecnico comunale di Ostuni, Roberto Melpignano.

Riferisce pure che Marzio, sempre in quelle settimane, lo pagò per compiere un’azione intimidatoria nei confronti di Giovanni Leone, imprenditore di San Vito dei Normanni, in modo da farlo desistere dal partecipare ad una gara per un appalto nella Città bianca. Racconta che in questa occasione rifiutò e questo portò alla rottura con Marzio.

Loparco aggiunge che riferisce della rottura con Marzio a Tanzarella il quale gli è grato e, assieme all’imprenditore Giovanni Epifani, lo incarica di fare un’incursione  nel municipio di Francavilla Fontana per rubare le offerte per la gara d’appalto del palazzetto dello sport. Il tutto per 100mila euro. Ma, compiuta la missione, i mandanti gli vogliono dare solo 15mila euro. Lui minaccia di denunciarli, e questi decidono di fregarlo. D’accordo con i poliziotti del Commissariato di Ostuni, che sono amici loro.

Loparco dice pure che a Tanzarella non era gradita la nomina a procuratore di Brindisi di Marco Di Napoli. Rivelazioni che hanno procurato a Loparco una sfilza di denunce per calunnia.

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