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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Attentati, più forte la pista degli affari

BRINDISI - In un primo momento ha negato con determinazione d’essere mai stato socio in affari di Cosimo Parato, l’uomo che aveva cercato di eliminare quattro anni fa. Poi, però, Giovani Vantaggiato, si è lasciato andare a qualche parziale ammissione su Parato: voleva ucciderlo perché avrebbe potuto rivelare retroscena pericolosi delle sue attività parallele.

BRINDISI - In un primo momento ha negato con determinazione d’essere mai stato socio in affari di Cosimo Parato, l’uomo che aveva cercato di eliminare quattro anni fa. Poi, però, Giovani Vantaggiato, si è lasciato andare a qualche parziale ammissione su Parato: voleva ucciderlo perché avrebbe potuto rivelare retroscena pericolosi delle sue attività parallele.

Per la prima volta “Vanni”, lo stragista della scuola Morvillo Falcone di Brindisi, ascoltato dal pm Milto De Nozza che continua a indagare sull’attentato compiuto a Torre Santa Susanna il 24 febbraio del 2008, ha ammesso di aver avuto in passato qualche affare in comune con Parato, in ambito commerciale e sempre nel settore dei carburanti, con l’uomo di Torre Santa Susanna che stava per lasciarci la pelle il 24 febbraio 2010, quando premendo il pulsante di un telecomando per cancelli il 68enne di Copertino azionò una bici – bomba che aveva piazzato nei pressi della sua abitazione.

C’era ancora qualcosa che la procura di Brindisi intendeva accertare, tanto da fissare una nuova audizione nel carcere di Lecce. E’ la quinta volta che “Vanni” viene ascoltato dalla notte fra il 6 e il 7 giugno, quando fu portato in caserma e a notte fonda confessò ogni cosa, riguardo ai fatti di Brindisi, per poi essere trasferito a Borgo San Nicola, sottoposto a fermo di indiziato di delitto (poi tramutato in ordinanza di custodia cautelare) per strage con finalità terroristica e possesso e detenzione di ordigno micidiale.

Il 18 giugno, riascoltato dai magistrati, Giovanni Vantaggiato ha ammesso di essere il responsabile anche dell’attentato di Torre e ha indicato la propria frustrazione per una presunta truffa da 343 mila euro, subita da Parato, come movente del disastro di Brindisi: “Un atto dimostrativo contro il tribunale”, ha spiegato.

Da quel momento in poi si è appurato, anche attraverso le dichiarazioni di Cosimo Parato, che i due forse cooperavano nella vendita di carburante sottratto alle forniture per enti pubblici e rivenduto in nero a prezzo agevolato, accordo poi interrotto da una visita della guardia di finanza nel deposito di Vantaggiato, controllo dopo il quale i rapporti fra i due si sarebbero deteriorati.

Il sistema era apparentemente semplicissimo: “Dichiaravamo di vendere 5mila litri, se ne scaricavano 3mila” ha raccontato il torrese. Il resto veniva venduto senza fattura. Nel corso dell’interrogatorio che il 68enne ha sostenuto al fianco del proprio legale, Franco Orlando, il pm di Brindisi, Milto De Nozza, avrebbe cercato di vederci chiaro proprio sul “business” nel settore dei carburanti che, a quanto pare, i due avrebbero gestito insieme.

Nessun riferimento alla strage del 19 maggio dinanzi alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi, perché quei fatti sono oggetto di una inchiesta della Dda di Lecce che procede parallelamente e indipendentemente ai fatti su cui invece sta lavorando la procura di Brindisi. La presunta truffa subita da Parato, è stata però indicata in passato da Vantaggiato, anche come il movente dell’esplosione provocata davanti ai cancelli dell’istituto professionale per la moda e i servizi sociali in cui ha perso la vita Melissa Bassi e sono rimasti feriti altri nove studenti.

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