rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Attentato: "C'è un secondo uomo"

BRINDISI – C’è almeno una seconda persona coinvolta nell’attentato del 19 maggio scorso davanti all’Istituto professionale Morvillo Falcone di Brindisi. Lo si evince dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice delle indagini preliminari, Ines Casciaro, nella tarda serata del 9 giugno, alcune ore dopo la conclusione dell’interrogatorio di Giovanni Vantaggiato. Ne parla una teste oculare nella sua prima deposizione, raccolta nei giorni successivi alla strage in cui ha perso la vita la 16enne Melissa Bassi. Un individuo alto, almeno un metro e 80, con il naso pronunciato, un berretto e una giacca scura.

BRINDISI – C’è almeno una seconda persona coinvolta nell’attentato del 19 maggio scorso davanti all’Istituto professionale Morvillo Falcone di Brindisi. Lo si evince dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice delle indagini preliminari, Ines Casciaro, nella tarda serata del 9 giugno, alcune ore dopo la conclusione dell’interrogatorio di Giovanni Vantaggiato. Ne parla una teste oculare nella sua prima deposizione, raccolta nei giorni successivi alla strage in cui ha perso la vita la 16enne Melissa Bassi. Un individuo alto, almeno un metro e 80, con il naso pronunciato, un berretto e una giacca scura.

Era questo l’uomo che all’1,30 del mattino l’abitante del rione Sant’Angelo che ha effettuato la descrizione vide spingere un bidone di colore scuro verso l’Istituto professionale per i servizi sociali, tenendo inclinato verso di sé per rendere più agevole il compito delle due ruote del contenitore. Dentro, conferma il gip, c’erano le tre bombole di gpl e una miscela altamente esplosiva composta da nitrato di ammonio e carbonato di potassio (il killer ha ammesso di aver usato acido nitrico e potassa).

La descrizione di questo soggetto è stata leggermente modificata successivamente, ma in maniera tale da non coincidere affatto con le descrizioni fatte invece da altre due donne del rione, che hanno visto passare un uomo – poi identificato con l’attentatore ripreso dalle varie videocamere – mentre si allontanava senza correre dal luogo dell’esplosione. Insomma, secondo i testimoni oculari, Vantaggiato e l’uomo del cassonetto sarebbero persone diverse. Ma c’è in più il particolare già noto  del ricorso alla prima persona plurale da parte di Vantaggiato nel corso dell’interrogatorio che si concluse con il fermo, mercoledì scorso.

Nell’ordinanza si sottolinea che mentre nei primi momenti il commerciante di carburanti si era dichiarato un esordiente assoluto in materia di esplosivi, nel corso dell’interrogatorio invece dimostra conoscenze tali delle miscele da risultare più che sospette. E quella utilizzata nell’attentato alla scuola Morvillo –Falcone non era certo la meno potente, ma una delle più pericolose. Scelta per fare danni gravi alle persone. Del resto, conferma il gip, la decisione di colpire all’ora di ingresso a scuola delle ragazze del Morvillo era deliberata e calcolata, non casuale: Vantaggiato era stato chiaro, voleva l’esplosione nel momento in cui avrebbe investito il maggior numero possibile di studenti e passanti.

Infine, l’attentatore, nell’opera di dissimulazione del movente, oltre a parlare di una vendetta da compiere contro le ingiustizie patite a causa di truffe, spiega che aveva scelto la Morvillo Falcone perché era la più facile da colpire e perché c’era la via di fuga, verso Lecce, molto vicina. Per il resto risulta determinante la targa BC629FK della Hyundai Sonica di Vantaggiato, individuata dall’occhio allenatissimo di un uomo della Digos, che ha colto una possibilità ridottissima di individuare un paio di immagini sui 12 fotogrammi al secondo che gli scorrevano davanti.

Attorno a quest’auto si sono incastrati tutti i pezzi del mosaico composto da video e tabulati telefonici: il difetto nei fari della seconda auto usata da Vantaggiato, la Fiat Punto bianca della moglie, apparsa nella notte prima dell’esplosione e registrata dalle videocamere,  che presentava il faro anabbagliante sinistro non funzionante, assieme al fanalino destro di illuminazione della targa, difetti riscontrati nel corso dell’ispezione condotta dalla polizia stradale; il numero del telefono mobile dell’attentatore che compare in una delle celle della zona; sino al tentativo, all’inizio della perquisizione di mercoledì 6 giugno al mattino di fare sparire la Punto con una telefonata alla moglie, quando però era ormai troppo tardi.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Attentato: "C'è un secondo uomo"

BrindisiReport è in caricamento