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Cronaca

Attentato al sindaco Consales: non ci fu stalking, pena ridotta in appello

Il 44enne Alessandro D'Errico condannato a un anno e quattro mesi di reclusione solo per l'incendio appiccato all'auto dell'ex primo cittadino nel novembre 2014. In primo grado fu condannato a due anni

BRINDISI – Assolto dall’accusa di stalking. In appello ha ottenuto una riduzione di pena, da due anni a un anno e quattro mesi di reclusione, il 44enne Alessandro D’Errico, presunto autore dell’attentato incendiario che nel novembre 2014 distrusse la Ford Kuga di Mimmo Consales, all’epoca sindaco di Brindisi. Difeso dall’avvocato Mauro Durante, D’Errico ammise di aver appiccato il rogo come ripicca per non aver ottenuto un posto di lavoro che il primo cittadino gli avrebbe promesso nel corso della campagna elettorale 2012, in cambio del sostegno datogli. L’accusa di atti persecutori, però, è stata sempre respinta dall’imputato, che in secondo grado di giudizio, con sentenza emessa ieri (mercoledì 20 aprile) dalla Corte d’appello di Lecce, è stato condannato solo per l’incendio doloso. 

L’atto incendiario fu perpetrato la notte del 3 novembre 2014 di fronte all’abitazione del sindaco, al rione Bozzano. Le indagini furono condotte dai poliziotti della Digos di Brindisi, che grazie all’analisi dei filmati ripresi dalle telecamere di sicurezza risalirono a D’Errico. Rinviato a giudizio per stalking e danneggiamento a seguito di incendio, il 44enne, al termine del processo celebrato presso il tribunale di Brindisi, è stato giudicato colpevole di entrambi i reati e condannato alla pena di due anni di reclusione. 

Tale sentenza è stata impugnata dall’avvocato Durante, che in appello ha puntato (raggiungendo l’obiettivo) all’assoluzione dal reato di stalking perché il fatto non sussiste e alla rideterminazione della pena. Stando alla tesi difensiva la persecuzione da parte di D’Errico nei confronto di Consales non sarebbe mai esistita. Lo dimostrerebbero i tabulati telefonici, da quali emerge che in quattro mesi (da luglio 2014 a novembre 2014) dall’utenza intestata a D’Errico a quella di Consales sarebbero partiti solo tre tentativi di chiamata in orario diurno e nove messaggi di testo dal contenuto non accertato (ragionevolmente potrebbe trattarsi di Sms di notifica dei tentativi di chiamata, da quanto sostenuto dal legale). Nell’atto di appello si esclude inoltre che un incontro fra il 44enne e l’ex sindaco avvenuto in una sartoria di viale Aldo Moro, prima del 3 novembre, possa essere stato preceduto da un pedinamento, in quanto tale attività commerciale si trovava in una delle strade più trafficate della città. “Tutt’altro che remota”, quindi, a detta dell’avvocato, l’ipotesi di incontro fortuito e casuale. 

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro i prossimi 90 giorni. Va ricordato, fra l’altro, che a carico di D’Errico, nell’ambito della stesa vicenda, era stato aperto anche un secondo procedimento penale per i reati di violenza ed estorsione ai danni dello stesso Consales. Riguardo a questi capi di imputazione, la Corte d’appello di Lecce lo scorso marzo ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti del 44enne, sulla base del principio del principio del “ne bis in idem” (non si può essere giudicati due volte per lo stesso fatto), dopo una condanna 3 anni a 8 mesi di reclusione subita in primo grado. 

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