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Cronaca

“Auto sotto sequestro, ma coinvolta in due incidenti a Brindisi”

Una Hyundai trovata nel deposito senza motore e pneumatici. Secondo la Procura ci sarebbe stata una "fiorente attività criminale per organizzare a tavolino falsi sinistri"

BRINDISI – Due incidenti stradali e una stessa auto “ammaccata”, un’auto che in circolazione non poteva esserci perché era sotto sequestro, custodita in un deposito giudiziario. Come si spiega? Risposta: “Sinistri falsi, costruiti a tavolini per guadagnare ai danni delle assicurazioni”.

Milto Stefano De NozzaIl caso dell’auto bloccata presso il centro di rottamazione alle porte di Brindisi è stato sottolineato dal pubblico ministero Milto Stefano De Nozza nella requisitoria del processo scaturito da uno dei quattro filoni dell’inchiesta sui cosiddetti “ponci”, vale a dire incidenti tarocco o perché mai avvenuti oppure perché sarebbero state ingigantite le conseguenze, in termini di danni alle auto e ferite riportate alle persone.

In attesa di sentenza ci sono 33 brindisini, tutti residenti nel capoluogo, per i quali il sostituto procuratore ha chiesto la condanna a pene comprese fra tre e un anno di reclusione. Tra gli imputati ci sono quattro componenti della famiglia Ostuni, nei confronti dei quali è stata contestata l’appartenenza a un’associazione per delinquere che avrebbe visto come promotore Cristian Ostuni, per il quale sono stati chiesti tre anni e due mesi.

Stando alle conclusioni del pm, in due occasioni l’auto “Hyundai Getz” sotto sequestra è stata coinvolta in incidenti: “veniva portata da Eddy Ostuni, cugino di Antonio, il quale a sua volta è padre di Cristian, presso il centro di rottamazione Sud Recuperi di Brindisi dove rimase in deposito per l’interno anno 2010, anno in cui la vettura veniva assertitamente coinvolta negli incidenti”. Un teste citato dal rappresentante della pubblica accusa ha precisato di essere stato “autorizzato da Eddy Ostuni a venderne, all’occorrenza, i pezzi”. Quando i militari del Nucleo di polizia tributaria fecero un sopralluogo, il 14 aprile 2011, nel centro, trovarono “la vettura priva di motore, pneumatici anteriore e sportello posteriore destro”.

Secondo il pm è “emersa la collaborazione di diversi soggetti prestatisi ad apportare il proprio volontario contributo per realizzare la frode e conseguire gli indebiti risarcimenti”. Ci sarebbero state condotte criminose “seriali” perché in un mese, quello che va da marzo 2009 a settembre, sono stati contati dieci incidenti falsi”, circostanza strana segnalata alla Guardia di Finanza dalla società Allianz Assicurazioni spa. Da lì l’avvio delle indagini.

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