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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Francavilla Fontana

Avvocato indagato e merce restituita, i penalisti: "Fuga di notizie censurabile"

FRANCAVILLA FONTANA - Il direttivo della Camera penale di Brindisi e il presidente Marcello Falcone fanno quadrato intorno al legale indagato con l'ipotesi di ricettazione nell'ambito di una inchiesta parallela alle presunte truffe intorno al network dei casalinghi a Francavilla Fontana. I penalisti del Foro brindisino censurano la “fuga di notizie” intorno alla vicenda, riunendosi per l'occasione in seduta straordinaria.

FRANCAVILLA FONTANA - Il direttivo della Camera penale di Brindisi e il presidente Marcello Falcone fanno quadrato intorno al legale indagato con l'ipotesi di ricettazione nell'ambito di una inchiesta parallela alle presunte truffe intorno al network dei casalinghi a Francavilla Fontana. I penalisti del Foro brindisino censurano la “fuga di notizie” intorno alla vicenda, riunendosi per l'occasione in seduta straordinaria.

“Pur senza entrare nel merito delle singole accuse e del singolo procedimento – scrive il direttivo - che spetta solo ai diretti interessati (la vicenda, così come è descritta sulle testate giornalistiche, appare prima facie di relativo spessore e su di essa la magistratura farà le proprie opportune valutazioni), occorre porre l’accento e sottolineare l’indebita ed ingiustificata fuga di notizie, in assenza, a quanto è dato di comprendere, di qualunque procedura che renda ostensibile alcun atto, ivi compresa una eventuale nota di iscrizione nel registro degli indagati”, tanto in premessa.

I penalisti hanno inteso dunque “esprimere la propria protesta ed il proprio sconcerto per l’avvenuta divulgazione di tale notizia, stigmatizzando con forza l’accaduto ed auspicando che si faccia chiarezza e che si possano individuare gli autori del fatto”, aggiungendo la rivendicazione del “diritto-dovere della difesa penale sin da quando ciò appaia necessario e nell’interesse del proprio assistito, rispondendo alla domanda di Giustizia con la sua funzione nell’attuazione dei principi costituzionali e del giusto processo”, sottolineatura che c'entra con il fatto fondante della ipotesi accusatoria.

Il legale indagato infatti avrebbe, secondo la procura, restituito la merce truffata agli imprenditori gabbati, pur essendo quella merce sotto sequestro. Mediazione che sarebbe avvenuta, dice la difesa dell'indagato, nell'esclusivo esercizio e nei limiti imposti dalla legge e dalla deontologia professionale.

“La Camera Penale – conclude la delibera - non potrà che battersi con tutti gli strumenti a propria disposizione per tutelare l’immagine professionale, la libertà e la dignità dell’intera classe penale forense, sempre refrattaria a forme di pressione o intimidazione, e far si che il codice di procedura penale ed i suoi principi ispiratori trovino corretta applicazione in ogni sede”. Val la pena di sottolineare che l'indagato in questione ha ricevuto puntuale informazione di garanzia oltre un mese e mezzo prima della divulgazione della notizia.

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