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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Bancarotta, scarcerazione e nuovo arresto

SAN PIETRO VERNOTICO – Ripristinati gli arresti domiciliari per l'imprenditore sanpietrano Antonio Simone, 62 anni arrestato a novembre scorso per bancarotta fraudolenta, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento di imposte e ritenute.

SAN PIETRO VERNOTICO – Ripristinati gli arresti domiciliari per l'imprenditore sanpietrano Antonio Simone, 62 anni arrestato a novembre scorso per bancarotta fraudolenta, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento di imposte e ritenute. Dopo il ricorso presentato dai legali di fiducia dell'indagato, la revoca degli arresti domiciliari e l'impugnazione della decisione del gip del Tribunale del riesame da parte del pm Luca Bucchieri, il 4 ottobre scorso la Cassazione ha confermato la tesi della Procura confermando la misura cautelare.

Per lo stesso reato sono indagate altre tre persone e per questo, secondo la Procura, Simone deve rimanere ristretto presso la sua abitazione, in attesa del processo. Da quanto hanno accertato i militari del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Brindisi, l'imprenditore finito in manette aveva dichiarato fallimento a causa di un debito di 2 milioni 371mila euro e con l'aiuto di altri tre complici aveva costituito due nuove società con gli stessi beni patrimoniali di quella fallita, frodando il fisco per un totale di 360mila euro.

Le indagini, su disposizione del pubblico ministero Luca Bucchieri, erano state avviate circa un anno prima in seguito alla sentenza dichiarativa di fallimento emessa dal Tribunale di Brindisi a carico di una società di San Pietro Vernotico la “M.G. Montaggi srl” (che per un breve periodo ha avuto sede in via Dalmazia a Brindisi) operante nel settore della manutenzione e montaggi industriali che aveva accumulato debiti tributari, previdenziali e assistenziali per oltre 2.371.000 euro.

I finanzieri, però, scoprirono subito che l'allora amministratore di fatto della società, il 62enne Antonio Simone, aveva portato intenzionalmente al fallimento la “M.G. Montaggi srl”, raddoppiando l'importo del debito (un milione di euro sarebbero spariti nel nulla) per poi costituire una nuova società la Sat Industriale diventata poi “Adriatica Srl” con gli stessi beni di quella fallita. Tutto questo grazie all'aiuto di altri tre soggetti che prestarono il proprio nominativo.

La nuova società, però, si è nuovamente indebitata con il fisco, questa volta con una frode: è stato accertato infatti che non ha versato Iva e ritenute d'acconto per un valore complessivo di 360mila euro. Sono state inoltre emesse fatture per operazioni inesistenti. I militari hanno anche sequestrato preventivamente beni, automezzi e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di 360mila euro. Ma in seguito al ricorso presentato dai legali di fiducia dell'indagato, il gip revocò la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Il pm titolare delle indagini, però, ritendo che ci fosse la concreta possibilità della reiterazione del reato ha impugnato la decisione del gip, presentando ricorso al Tribunale del riesame che ha accolto la richiesta del pm. I legali di fiducia di Simone quindi, hanno presentato un nuovo ricorso presso la Corte di Cassazione, la quale, però, ha confermato la pericolosità dell'indagato riguardo alla reiterazione del reato di cui è accusato.

 

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