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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Bancarotta Tubisaldo, Bozzetti nega le accuse

BRINDISI – Resta in carcere l’imprenditore Antonio Bozzetti, 67 anni, brindisino, accusato di bancarotta fraudolenta pluriaggravata e bancarotta documentale. L’imprenditore è comparso questa mattina dinanzi al giudice per le indagini preliminari Antonia Martalò, assistito dal suo legale, avv. Massari. Due ore di interrogatorio nel corso delle quali Bozzetti ha respinto le accuse. E comunque si è riservato di entrare più nei dettagli della vicenda non appena avrà letto le carte.

BRINDISI – Resta in carcere l’imprenditore Antonio Bozzetti, 67 anni, brindisino, accusato di bancarotta fraudolenta pluriaggravata e bancarotta documentale. L’imprenditore è comparso questa mattina dinanzi al giudice per le indagini preliminari Antonia Martalò, assistito dal suo legale, avv. Nicola Massari. Due ore di interrogatorio nel corso delle quali Bozzetti ha respinto le accuse. E comunque si è riservato di entrare più nei dettagli della vicenda non appena avrà letto le carte.

Agli arresti, ma domiciliari,  sono finiti anche la moglie Luigia Micelli di 62 anni, i figli Francesco di 35 anni e Fabiana di 39 anni. Questi tre saranno ascoltati lunedì prossimo. I fatti contestati risalgono agli anni tra il 2003 e 2006, quando i quattro indagati ricoprivano cariche dirigenziali  nelle aziende Tubisaldo Ecoindustriale Srl che si occupa della progettazione e della costruzione di impianti per il trattamento di liquami, aria, scarichi e così via, e nella Plus Service.

L’inchiesta, sviluppata dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Brindisi, e coordinata dal sostituto procuratore Adele Ferraro, ha portato alla scoperta della sottrazione da parte degli indagati di ben tre milioni di euro a fronte di un debito accumulato di sette milioni. Le indagini partono nel 2008 a seguito del fallimento della Tubisaldo. I finanzieri riescono a trovare il bandolo della matassa. Almeno dal loro punto di vista. “Il lavoro è stato molto complesso e difficile – ha detto il procuratore capo Marco Dinapoli nell’illustrare i risvolti dell’operazione denominata Matrioska – perché mancava molta documentazione. Ed è proprio per questo che i Bozzetto sono accusati anche di bancarotta documentale.

Antonio Bozzetto è persona assai nota in città. Oltre ad essere un industriale in vista, è stato presidente della sezione Imprese metalmeccaniche di Confindustria e un tempo vicino a personaggi politici di rilievo di Brindisi. Ora, invece, viene indicato dal pubblico ministero Adele Ferraro come la mente di questa bancarotta di milioni di euro.

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