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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Banda dei bancomat: tre ai domiciliari

TARANTO - Sono incensurati e, passato un po’ di tempo, v’è da ritenere che non siano più “pericolosi”. E’ quanto ha stabilito il Tribunale del Riesame di Taranto che ha concesso i domiciliari a tre componenti della banda che opetrava nel tarantino e nel Brindisino.

TARANTO - Sono incensurati e, passato un po’ di tempo, v’è da ritenere che non siano più “pericolosi”. E’ quanto ha stabilito il Tribunale del Riesame di Taranto che ha concesso i domiciliari a tre componenti della banda ritenuta responsabile di almeno un paio di tentativi di furto con esplosione ad altrettanti sportelli bancomat nel Tarantino, sotto inchiesta per la restante parte di assalti con boato compiuti e messi a segno nel Brindisino.

Sono tornati a casa oggi Francesco Barnaba, Oronzo D’Urso e Cosimo De Rinaldis. Dopo il no del gip, Giuseppe Tommasino, alla richiesta di attenuazione della misura degli avvocati Aldo Gianfreda e Danilo Cito e Salvatore Maggio, è stato il Riesame a decidere. Al Riesame ricorreranno le altre difese, una volta ricevuta la notifica del rigetto del gip.

Sono Gianluca Giosa, di Brindisi, 34 anni (difeso da Luca Leoci), Pietro Leone, 40 anni di Villa Castelli, Oronzo D’Urso, 33 anni, Francesco Barnaba, 37 anni e Cosimo De Rinaldis, 30 anni, di Ceglie Messapica. Una trentina di militari attendevano sul posto, a Monteiasi, in provincia di Taranto l’operazione era il frutto di un’attività di indagine che aveva portato in estate a sventare diversi furti analoghi.

Nel corso delle perquisizioni eseguite poi a carico del gruppo erano state inoltre sequestrate tre autovetture rubate, con targhe anch’esse provento di furto, che si ritiene fossero state utilizzate in precedenza, i chiodi a tre punte e la strumentazione necessaria per causare le deflagrazioni con la miscela gassosa esplosiva azionata con una scarica elettrica. La banda era entrata in azione a bordo di una Bmw X6, un Suv risultato rubato a Varese.

Lo sportello preso d’assalto era quello del Monte dei Paschi di Siena. Fecero filtrare nella feritoia per l’uscita del denaro il gas necessario, poi utilizzarono anche una bottiglia di benzina, palanchini a forma di mezzo piccone, alcune chiavi metalliche, un seghetto e un piede di porco.

Tutti rispondono di tentato furto aggravato e di aver portato in luogo pubblico congegni esplosivi con effetti micidiali costituiti da due bombole di gas e ossigeno collegate tra loro con un nastro esplosivo, con l’aggravante di aver celato il volto dietro un passamontagna. A vario titolo rispondono di ricettazione, danneggiamento, falso, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Lo scorso ottobre il pm aveva chiesto il giudizio immediato, fissando l’avvio del processo per il 4 dicembre. Per tutti e cinque gli imputati vi è stata richiesta di patteggiamento, che è stata rigettata, quindi vi è stata istanza di ammissione al rito abbreviato. Si attende la fissazione dell’udienza dinanzi al gup.

 

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