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Cronaca

Banda del Bancomat, processo fissato

Il quadro indiziario è completo ed è così solido che si può andare a giudizio bypassando l’udienza filtro dinanzi al gup, del resto la banda del bancomat fu “sgominata” in flagranza di reato in un blitz all’alba, una trappola ordita dai carabinieri di Taranto e di Brindisi. Ora per i cinque componenti brindisini è stato chiesto il giudizio immediato.

Il quadro indiziario è completo ed è così solido che si può andare a giudizio bypassando l’udienza filtro dinanzi al gup, del resto la banda del bancomat fu “sgominata” in flagranza di reato in un blitz all’alba, una trappola ordita dai carabinieri di Taranto e di Brindisi. Ora per i cinque componenti brindisini è stato chiesto il giudizio immediato, l’avvio del processo è fissato per il 4 dicembre dinanzi al Tribunale di Taranto in composizione collegiale, ma molto probabilmente tutti i difensori opteranno per il rito abbreviato, puntando allo sconto di un terzo della pena in caso di condanna.

Il cinque componenti del gruppo erano stati arrestati agli inizi dello scorso agosto e sono ancora detenuti: si tratta di Gianluca Giosa, di Brindisi, 34 anni, Pietro Leone, 40 anni di Villa Castelli (Brindisi), Oronzo D’Urso, 33 anni, Francesco Barnaba, 37 anni e Cosimo De Rinaldis, 30 anni, di Ceglie Messapica (Brindisi) difesi dagli avvocati Luca Leoci, Aldo Gianfreda e Danilo Cito. Una trentina di militari attendevano sul posto, a Monteiasi, in provincia di Taranto l’operazione era il frutto di un’attività di indagine che aveva portato in estate a sventare diversi furti analoghi.

Nel corso delle perquisizioni eseguite poi a carico del gruppo erano state inoltre sequestrate tre autovetture rubate, con targhe anch’esse provento di furto, che si ritiene fossero state utilizzate in precedenza, i chiodi a tre punte e la strumentazione necessaria per causare le deflagrazioni con la miscela gassosa esplosiva azionata con una scarica elettrica. La banda era entrata in azione a bordo di una Bmw X6, un Suv risultato rubato a Varese.

Lo sportello preso d’assalto era quello del Monte dei Paschi di Siena. Fecero filtrare nella feritoia per l’uscita del denaro il gas necessario, poi utilizzarono anche una bottiglia di benzina, palanchini a forma di mezzo piccone, alcune chiavi metalliche, un seghetto e un piede di porco. Tutti rispondono di tentato furto aggravato e di aver portato in luogo pubblico congegni esplosivi con effetti micidiali costituiti da due bombole di gas e ossigeno collegate tra loro con un nastro esplosivo, con l’aggravante di aver celato il volto dietro un passamontagna. A vario titolo rispondono di ricettazione, danneggiamento, falso, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Sono invece in corso a Brindisi indagini su tutti gli altri episodi commessi “a San Michele Salentino e altrove”, quasi tutti nel Brindisino. Se ne sta occupando il pm Marco D’Agostino che ha notificato agli indagati il decreto di sequestro di tute bianche utilizzate a quanto pare per compiere i numerosi assalti con esplosione che, specie nel weekend, hanno animato la scorsa primavera e anche l’estate. Non senza pericolo per la gente e per le forze dell’ordine che davano la caccia alla banda. Che siano loro o meno i responsabili anche dei colpi precedenti c’è un dato importante: da quel momento in poi non ve ne sono stati altri, realizzati con le medesime modalità. Neppure un furto col botto.

 

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