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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Barche, società offshore e Iva evasa: conti sequestrati a due noti fratelli brindisini

BRINDISI – Due imbarcazioni del valore complessivo di 250 mila euro, una presunta evasione da 50 mila euro, una società con sede in un paradiso fiscale per non pagare l'Iva ma riconducibile a due fratelli, importanti operatori marittimi brindisini, e quattro indagati in tutto compreso il commercialista dei due imprenditori ed il legale rappresentante di un centro nautico di Mesagne, in qualità di venditore delle barche in questione, che pare ora siano sparite. Sono questi gli elementi attorno ai quali ruota l’inchiesta aperta dal sostituto procuratore della Repubblica Raffaele Casto, e condotta ai militari del Nucleo provinciale di polizia tributaria diretti dal maggiore Gabriele Sebaste. Evasione dell’imposta sul valore aggiunto (Iva), attraverso l’interposizione di una società della regione di Madeira - isola a regime fiscale privilegiato – per un compravendita “truccata” di due piccoli yacht da nove metri, intestati alla società portoghese, ma rimasti dal 2007 fino a qualche mese fa a Brindisi ormeggiati nel porticciolo di Bocche di Puglia, e poi volatilizzatisi prima dell’arrivo dei finanzieri . I quali, non potendo apporre i sigilli alle imbarcazioni da diporto, hanno proceduto con un sequestro per equivalente sui conti della società dei due noti fratelli.

BRINDISI – Due imbarcazioni del valore complessivo di 250 mila euro, una presunta evasione da 50 mila euro, una società con sede in un paradiso fiscale per non pagare l'Iva ma riconducibile a due fratelli, importanti operatori marittimi brindisini, e quattro indagati in tutto compreso il commercialista dei due imprenditori ed il legale rappresentante di un centro nautico di Mesagne, in qualità di venditore delle barche in questione, che pare ora siano sparite. Sono questi gli elementi attorno ai quali ruota l’inchiesta aperta dal sostituto procuratore della Repubblica Raffaele Casto, e condotta ai militari del Nucleo provinciale di polizia tributaria diretti  dal maggiore Gabriele Sebaste. Evasione dell’imposta sul valore aggiunto (Iva), attraverso l’interposizione di una società della regione di Madeira - isola a regime fiscale privilegiato – per un compravendita “truccata” di due piccoli yacht da nove metri, intestati alla società portoghese, ma rimasti dal 2007 fino a qualche mese fa a Brindisi ormeggiati nel porticciolo di Bocche di Puglia, e poi volatilizzatisi prima dell’arrivo dei finanzieri . I quali, non potendo apporre i sigilli alle imbarcazioni da diporto, hanno proceduto con un sequestro per equivalente sui conti della società dei due noti fratelli.

Secondo la legislazione vigente, le barche acquistate dalla società portoghese avrebbero dovuto essere o portate in Portogallo per essere tassate (anno fiscale dell’acquisto 2007) o in alternativa essere assoggettate a tassazione in Italia, se qui fossero rimaste, come così sarebbe stato sino all’inizio del 2010 in uso ai fratelli imprenditori marittimi. Con l’acquisto da parte della società estera, l’Iva avrebbe potuto non essere pagata in Italia, ma nel Paese in cui l’azienda ha sede legale (l’imposta sull’Iva in Portogallo è ancora irrisoria rispetto all’Italia), dove sarebbero dovute pure arrivare le barche. Così non sarebbe avvenuto e non è noto nemmeno se il versamento dell’imposta sia avvenuto in altro loco. Siccome le barche sono rimaste a Brindisi, contesta la procura, le tasse avrebbero dovuto essere pagate in Italia nel 2008, ma non v’è traccia di tale adempimento.

Da qui la teoria secondo la quale la compravendita avrebbe portato ad un risparmio fiscale, indebitamente conseguito, per un ammontare di circa 50 mila euro.  Le indagini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza – che ha già operato numerose perquisizioni – continuano, non solo in Portogallo ma anche nel Napoletano per stabilire quali siano i legami tra le imprese coinvolte. Proprio a questo scopo sono state effettuate anche delle perquisizioni negli uffici di una società napoletana che aveva ottenuto dei subappalti dal Portogallo dalla medesima società che ha acquistato le due imbarcazioni da diporto. La storia delle barche potrebbe essere solo l’inizio.

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