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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Beni confiscati, sbagliato affittarli"

MESAGNE – Si chiude l’anno 2011 e ovviamente si tirano i bilanci. Per Libera – l’associazione fondata da don Ciotti, che si occupa della diffusione della cultura antimafia e della gestione dei beni confiscati alla criminalità – i risultati sono importanti. Presente, a livello nazionale e anche sul territorio brindisino come Libera Terra Puglia, l’organizzazione continua ad avanzare anche con il marchio dei prodotti biologici Libera Terra. Il 2011 – come ha dichiarato il presidente Alessandro Leo di Mesagne – e’ stato un anno di crescita e soprattutto di grossi risultati.

MESAGNE – Si chiude l’anno 2011 e ovviamente si tirano i bilanci. Per Libera – l’associazione fondata da don Ciotti, che si occupa della diffusione della cultura antimafia e della gestione dei beni confiscati alla criminalità – i risultati sono importanti. Presente, a livello nazionale e anche sul territorio brindisino come Libera Terra Puglia, l’organizzazione continua ad avanzare anche con il marchio dei prodotti biologici Libera Terra. Il 2011 – come ha dichiarato il presidente Alessandro Leo di Mesagne – e’ stato un anno di crescita e soprattutto di grossi risultati.

I beni confiscati alla mafia, così come sostiene la legge, devono essere riutilizzati per scopi sociali. Attraverso l’ultima modifica fatta lo scorso marzo, l’ultima ipotesi di riutilizzo potrebbe anche essere quella dell’affitto dell’immobile confiscato da parte dei Comuni assegnatari,  e i proventi sempre riutilizzati nel settore sociale. Un caso controverso è quello saltato fuori qualche giorno fa a Fasano. Il sindaco, Lello Di Bari, ha deciso, insieme all’amministrazione, di utilizzare i beni confiscati non nel sociale ma concedendoli  in affitto senza un avviso pubblico preliminare per affidamento ad una associazione, sulla base ovviamente di un preciso progetto.

Tutto ciò, quindi, senza prima interpellare nè Libera ne tutte le altre associazioni. “Su questa vicenda – conclude Alessandro Leo - non sono d’accordo con il sindaco di Fasano. Perché la modifica applicata alla legge prevede l’affitto nel momento in cui tutte le altre e primarie ipotesi di riutilizzo dei beni confiscati vengano abolite. In questo caso invece, da parte dell’amministrazione è stata presa la decisione dell’affitto saltando tutti gli altri passaggi.”

E che le associazioni siano in grado di far fruttare ciò che viene loro affidato lo dimostra “Libera Terra”, il marchio che contraddistingue tutti i prodotti biologici delle cooperative aderenti a Libera e che, grazie alla legge 109/1996, gestiscono strutture produttive e terreni confiscati alle organizzazioni mafiose. Il marchio sintetizza due elementi: il valore etico sociale del progetto nel suo insieme e il valore qualitativo del singolo prodotto e servizio offerto. Obiettivo comune: confiscare i terreni alle organizzazioni mafiose per poi garantire opportunità occupazionale. Il bene confiscato diviene una risorsa per lo sviluppo del territorio e del circuito socio – economico attraverso il coinvolgimento attivo dei produttori e agricoltori e altri settori produttivi, attraverso gli accordi di produzione e attraverso le strutture artigianali che effettuano la trasformazione dei prodotti.

“Il sapore della legalità, del riscatto, della libertà”, questo è lo slogan del marchio Libera Terra. Questa la mission dell’associazione Libera e tutti coloro che vi collaborano. “La nostra realtà e il marchio che oramai è divenuto un simbolo di legalità – dichiara Alessandro Leo – è ancora una realtà giovane ma che sta facendo dei grossi passi in avanti. Questi anni, sono stati anni di preparazione per noi. Il 2012 vogliamo sia un anno di sviluppo e soprattutto di forte sensibilizzazione sociale, perché la vera forza, per noi operatori, è avere sempre più persone volontarie ad aiutarci in questa ardua battaglia”.

Tanti sono i cittadini volontari, che aiutano e collaborano attivamente ai progetti di Libera e alla produzione dei prodotti ricavati dai terreni confiscati alla mafia. L’impegno profuso è stimabile anche attraverso i beni confiscati nell’anno che sta per finire e anche attraverso i progetti che sono in fase di avanzamento. “il 2011 per noi – continua Leo – si chiude positivamente. I beni confiscati che si stanno trasformando i progetti concreti sono due: una è la masseria Canali di Mesagne e l’altro bene è la villa Screti di Torchiarolo. La prima, attraverso un finanziamento europeo, finalmente concesso, sarà trasformata attraverso la ristrutturazione in una masseria didattica a disposizione dei giovani. Verranno organizzati incontri di formazione, educazione all’agricoltura sostenibile. Il progetto è in fase ancora di esecuzione e a breve verrà fatto un bando per la concessione dei lavori di ristrutturazione”

“Il secondo bene, invece, villa Screti, a Torchiarolo – continua il presidente – è ancora un discorso molto aperto perché il patrimonio è molto grande. Una parte di esso, cioè la parte riguardante i magazzini e le stalle, verrà adibito a cantina biologica. Si produrrà il vino attraverso le uve dei vigneti confiscati alla mafia. Mente la parte dell’abitazione, verrà sicuramente ripensata come uno stabile per la formazione dei ragazzi che ci raggiungono anche da fuori regione e così potranno essere ospitati durante il periodo estivo”.

Un lavoro impegnativo, quello fatto dagli operatori di Libera. Una immagine simbolica è proprio quella dei giovani di tutta Italia riuniti, ed ospitati nei beni confiscati alle organizzazioni mafiose. Questo sottolinea la presenza attiva sul territorio dell’associazione che lotta contro la mafia. La legalità conviene, questo è il motto che dovrebbe essere per tutti. “Bisogna avere il coraggio di denunciare – continua a dichiarare Alessandro Leo – i cittadini devono il coraggio di denunciare. Solo così si possono raggiungere grandi risultati”. La prospettiva per il 2012 per l’associazione Libera, sarà quello di crescere sempre più e soprattutto sensibilizzare l’opinione pubblica. Far conoscere questa realtà il più possibile, e far rendere conto ai cittadini che c’è qualcuno che si muove per la legalità. Sperando che per i beni confiscati si punti sempre ad un uso sociale, e non a metterli sul mercato immobiliare per fare cassa.

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