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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Bimbo sottratto al padre e trasferito in Kazakistan: interrogazione di D'Attis

Il deputato chiede ai ministri della Giustizia e egli affari esteri quali iniziative intende adottare sulla vicenda di un bambino portato via da Brindisi

BRINDISI - “Ho presentato un’interrogazione scritta al Ministro della Giustizia e al Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale in merito alla vicenda del piccolo A.., bimbo sottratto dalla madre, nata a Taraz in Kazakistan, dall’attuale residenza a Brindisi e trasferito senza alcuna autorizzazione del padre”. Così in una nota Mauro D’Attis, deputato di Forza Italia.

“La signora è stata condannata dal Tribunale di Brindisi – con una sentenza del 2017- alla pena di due anni di reclusione e alla sospensione della responsabilità genitoriale”.  “In relazione a ciò, lo Stato Italiano ha chiesto l’esecuzione penale della stessa alla Repubblica del Kazakhstan, ad oggi non si conoscono gli esiti di detta istanza. Il padre prova ad avere contatti col figlio e da qualche videochiamata ha riscontrato che il piccolo non gode della dovuta assistenza e del dovuto sostegno”. 

“Il 13 dicembre 2017, presso il Dipartimento di Tutela dei minori di Taraz, si è tenuta la seduta dedicata al caso del piccolo, incentrata sul diritto di visita ai sensi della Convenzione dell'Aja del 1980 sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori, si chiedeva dunque al Dipartimento di riconoscere la possibilità del padre di stare con il figlio e di portarlo con sé in Italia per limitati periodi tempo. Il Kazakistan ha aderito alla suddetta Convenzione il 3 giugno 2013”. 

“Il Dipartimento di Taraz ha completamente disatteso l'istanza sul diritto di visita ai sensi della Convenzione. L'organo amministrativo ha deciso che il padre Giovanni potrà esercitare il suo diritto di visita soltanto in Kazakhstan, alla presenza della madre, ipotesi purtroppo non realizzabile, visto che l’ex coniuge non consente al padre di vedere il bambino”. 

“Il padre ha presentato azione innanzi alla Corte minorile per il riconoscimento del diritto di visita. Sulla base di questo, chiedo di sapere se i Ministri siano a coscienza di questi fatti e quali iniziative intenderanno assumere affinché siano messe in atto le procedure per l’esecuzione della sentenza penale comminata alla madre del piccolo”

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