Blitz di Greenpeace nella sede Enel
ROMA – In azione gli attivisti del Reparto Investigazioni Climatiche di Greenpeace, questa mattina, davanti la sede dell’Enel a Roma. La denuncia? Gli impatti ambientali, climatici e sanitari dell’energia prodotta dall’azienda utilizzando il carbone. Solo la centrale di Brindisi Enel scarica sulla collettività – afferma Greenpeace - danni ambientali e sanitari per 700 milioni di euro e ne intasca una cifra simile in profitti extra. Ma Enel decide questa volta di incontrare gli esponenti dell’organizzazione ambientalista.
ROMA – In azione gli attivisti del Reparto Investigazioni Climatiche di Greenpeace, questa mattina, davanti la sede dell’Enel a Roma. La denuncia? Gli impatti ambientali, climatici e sanitari dell’energia prodotta dall’azienda utilizzando il carbone. Solo la centrale di Brindisi Enel scarica sulla collettività – afferma Greenpeace - danni ambientali e sanitari per 700 milioni di euro e ne intasca una cifra simile in profitti extra. Ma Enel decide questa volta di incontrare gli esponenti dell’organizzazione ambientalista.
Tre attivisti si sono calati, intorno le ore 9 di oggi, dal tetto lungo la facciata dell’edificio e hanno aperto uno striscione di oltre 70 metri quadri con scritto: “Enel killer del clima”, sul quale è rappresentata l’arma con la quale Enel commetterebbe molti dei suoi “crimini ambientali”: il carbone. Hanno anche transennato l’ingresso dell’edificio per marcare la “scena del crimine” e consegnato ai vertici dell’azienda un avviso di garanzia virtuale, nel quale viene ipotizzato il reato di grave danno ambientale, climatico e sanitario, reato di profitto indebito tramite danno sanitario e ambientale a persone ed ecosistemi.
“Oggi siamo entrati in azione nella sede istituzionale di Enel, - ha commentato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Clima e Energia di Greenpeace - nel quartier generale di un soggetto criminale, armato e determinato contro il clima per notificargli l'avvio di un indagine che i R.I.C. di Greenpeace hanno appena iniziato e che porterà alla luce, da qui ai prossimi mesi, tutti i reati e i misfatti connessi allo sporco business del carbone”.
Dopo poche ore, Enel ha incontrato i rappresentanti di Greenpeace. Enel – attraverso una nota stampa – fa sapere che gli attivisti stanno sbagliando indirizzo. “I dati parlano chiaro – scrivono da Enel – nel 2011 il 42% dell’energia elettrica prodotta da Enel è priva di qualunque tipo di emissioni, compresi i gas effetto serra".
"Nella centrale di Brindisi – sostengono ancora da Enel – stiamo inoltre sperimentando, tra i primi in Europa, la tecnologia della cattura dell’anidride carbonica che in prospettiva permetterà di azzerare anche questo tipo di emissione ritenuta responsabile dei cambiamenti climatici a livello mondiale”.