rotate-mobile
Cronaca Ceglie Messapica

Blitz nella masseria-bunker di "Armandone". C'era un laboratorio della droga

CEGLIE MESSAPICA – La polizia espugna la masseria-bunker di contrada Pisciacalze, lungo la via Fedele Grande a Ceglie Messapica, e incastra seriamente Armando Bellanova, 51 anni per 170 chilogrammi di stazza. “Armandone” è sempre stato l’indiscusso uomo-chiave della connection droga lungo l’asse tra Mesagne e Ostuni, un personaggio con datati e stretti legami con i vertici della Sacra corona unita. La sua cattura è un importante successo investigativo, anche per il non trascurabile fatto che è avvenuta mentre nella masseria era in pieno svolgimento la lavorazione di un chilo di eroina pura, certamente di provenienza afghana. Arrestati nel cuore della scorsa notte anche la moglie del pregiudicato, Maria Carmela Masciali di 48 anni, il figlio Daniele Bellanova di 24 anni, e Cosimo Lamarra, 31 anni, incensurato, di mestiere “caporale”, tutti di Ceglie Messapica.

CEGLIE MESSAPICA – La polizia espugna la masseria-bunker di contrada Pisciacalze, lungo la via Fedele Grande a Ceglie Messapica, e incastra seriamente Armando Bellanova, 51 anni per 170 chilogrammi di stazza. “Armandone” è sempre stato l’indiscusso uomo-chiave della connection droga lungo l’asse tra Mesagne e Ostuni, un personaggio con datati e stretti legami con i vertici della Sacra corona unita. La sua cattura è un importante successo investigativo, anche per il non trascurabile fatto che è avvenuta mentre nella masseria era in pieno svolgimento la lavorazione di un chilo di eroina pura, certamente di provenienza afghana. Arrestati nel cuore della scorsa notte anche la moglie del pregiudicato, Maria Carmela Masciali di 48 anni, il figlio Daniele Bellanova di 24 anni, e Cosimo Lamarra, 31 anni, incensurato, di mestiere “caporale”, tutti di Ceglie Messapica.

Gli investigatori del commissariato di Ostuni hanno lavorato oltre un anno e mezzo sulla pista di “Armandone”, in uno scenario di conflitti sotterranei per il predominio nel mercato dello spaccio che ha fatto diversi morti nella zona: dall’ostunese Cosimo Semeraro, “Capellone”, trovato morto in contrada Foggia Nuova il 9 novembre 2007 sulla Ceglie-Cisternino (il giorno dopo i carabinieri trovarono due chili di cocaina in un garage di Carovigno in uso alla vittima), sino ad Alessandro Fraccica di Carovigno, scomparso il 18 marzo 2009 e trovato cadavere il 26 giugno successivo in contrada Pizzofalcone, ad Autigno. Passando per quello del mesagnese Tony Molfetta detto“Cammello”, trovato decapitato nell'agosto 1998 proprio nei pressi di contrada Pisciacalze.

Sicuramente in questa bagarre “Armandone” non era uscito perdente. Il chilo di “brown sugar” che la famiglia Bellanova stava lavorando la notte scorsa ne avrebbe resi almeno cinque, per un valore al dettaglio superiore ai 500mila euro. L’eroina era arrivata da poco. La polizia l’ha trovata ancora nello stato si semipietrificazione in cui viene ridotta con forti pressioni per il trasporto. I Bellanova e Lamarra la stavano sbriciolando con un martelletto, sigillando in piccoli dischi di polietilene, quindi infilandola in tanti piccoli ovuli di plastica (quelli delle sorpresine degli ovetti di cioccolato). “Così – ha detto ieri mattina il dirigente del commissariato di Ostuni, Francesco Angiuli – sarebbe stato possibile nasconderla in una miriade di luoghi, a prova di perquisizioni”.

Il problema principale che gli uomini della squadra di polizia giudiziaria hanno dovuto risolvere è stato quello della penetrazione nella masseria-bunker. Dietro di loro, l’intero organico del commissariato e gli agenti del Nucleo di prevenzione crimine di Lecce. E’ stata necessaria una lunga osservazione, cominciata mentre a Ostuni sfilava la Cavalcata di S.Oronzo. La polizia aveva già la certezza pressoché assoluta che nel fortino di “Armandone” ci fosse un grosso quantitativo di droga. Ma come entrare mantenendo l’effetto-sorpresa? Il luogo era protetto da una fitta rete di videocamere, da una recinzione in muratura alta quattro metri, da un pesante cancello metallico nero con in cima un’ulteriore barriera in legno, e da due grossi rottweiler.

L’occasione è giunta quando davanti al cancello sono arrivati due clienti dei Bellanova. Segnale convenzionale, due colpi di clacson. Il cancello si è aperto appena per consentire la consegna all’esterno di un involucro con l'eroina, e il passaggio all’interno del corrispettivo in denaro. Gli investigatori, ad opportuna distanza dalla masseria, hanno fermato l’auto degli acquirenti che si allontanava da contrada Pisciacalze, li hanno perquisiti trovando la droga, hanno incassato una importante ammissione sull’avvenuto scambio eroina-banconote. Poi sulla stessa vettura, una Fiat Uno, sono saliti i poliziotti, che sono tornati al cancello della masseria-bunker. Due colpi di clacson e Daniele Bellanova, dopo aver controllato su un monitor di chi trattasse, ha abboccato all’amo pensando fossero i clienti di poco prima. Il seguito è immaginabile.

Con una accelerata, la Uno ha spalancato il cancello portando gli investigatori nello spiazzo tra i due fabbricati che compongono il bunker di Armando Bellanova, mentre Daniele correva per dare l’allarme. Vano tentativo, perché nessuno è riuscito a fare sparire alcunché nella cucina della masseria, trasformata in laboratorio per l’eroina. Una lunga perquisizione durata sino all’alba, che ha portato al sequestro di vari telefonini, di una riproduzione fedele di una semiautomatica Beretta SB calibro 9, di una letale balestra con tre dardi, di un paio di manette, di una paletta simile a quella delle forze dell’ordine, di sostanza da taglio, bilancini, appunti e di circa tremila euro in contanti. Si è scoperto che “Armandone” accettava anche cambiali in bianco: quella sequestrata era per un importo di 500 euro.

La relazione sul blitz sarà consegnata nelle prossime ore al pm Giuseppe De Nozza. Tutti e quattro gli arrestati, che per ora rispondono dell’ipotesi principale di associazione per delinquere in detenzione e spaccio di rilevanti quantità di stupefacenti, si sono affidati all’avvocato Aldo Gianfreda, che attende di conoscere la data dell’udienza di convalida delle misure cautelari adottate. Resta da identificare il contenuto di un sacchetto di plastica: c’è all’interno una sostanza cristallina che potrebbe servire per il taglio dell’eroina, ma potrebbe anche essere a sua volta un tipo di stupefacente. Provvederà il magistrato a farla analizzare. La masseria-bunker è sotto sequestro, e dei rottweiler si occuperà il servizio veterinario della Asl. Ma l’indagine, ha detto sempre stamani il commissario Angiuli, è tutt’altro che chiusa.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Blitz nella masseria-bunker di "Armandone". C'era un laboratorio della droga

BrindisiReport è in caricamento