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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Bomba alla Morvillo, innocente in prima pagina: condannato giornalista

Si è chiusa momentaneamente con la condanna per diffamazione a mezzo stampa dell'allora direttore di Senzacolonne, una delle vicende collaterali delle indagini sull'attentato all'Istituto professionale per i servizi sociali "Morvillo-Falcone" di Brindisi

BRINDISI - Si è chiusa momentaneamente con una condanna per diffamazione a mezzo stampa una delle vicende collaterali delle indagini sull'autore dell'attentato all'Istituto professionale per i servizi sociali "Morvillo-Falcone" di Brindisi.Parte lesa, una delle persone semplicemente sottoposte a controlli ma sbattute in prima pagina con nome cognome e foto pur senza essere indagate, l'ufficiale in congedo Raffaele Niccoli. 

Niccoli sporse querela e alcuni giorni fa, il 3 marzo, il tribunale di Bari ha condannato ad una sanzione pecuniaria di 900 euro, al risarcimento dei danni in separata sede e al pagamento delle spese legali l'allora direttore del quotidiano Senzacolonne, Gianmarco Di Napoli. Del caso Niccoli aveva anche investito l'Ordine dei Giornalisti. Il giornale aveva pubblicato il giorno successivo al controllo di polizia, in prima pagina e con grande evidenza, la notizia che Niccoli era stato torchiato per 36 ore.

Il processo di primo grado si è celebrato a Bari perchè il giornale veniva stampato in una tipografia del capoluogo di regione. Raffaele Niccoli, oggi 68enne, si era costituito in giudizio con l'avvocato Paoloantonio D'Amico. Il pm di udienza aveva chiesto per Di Napoli una condanna ad un anno di reclusione. Foto e nome di Niccoli furono riprese anche da emittenti nazionali (leggi intervista a Raffaele Niccoli realizzata da BrindisiReport in quei giorni, e allegata a questo articolo).

L'attentato alla "Morvillo-Falcone", costato la vita alla giovanissima studentessa Melissa Bassi, di Mesagne, investita in pieno dallo scoppio di un ordigno confezionato con nitrato di ammonio inserito in una bombola di gpl, e innesco comandato a distanza,  e il ferimento grave di altre otto ragazze, avvenne prima delle 8 del 19 maggio 2012.

La sera del 6 giugno successivo, gli investigatori brindisini arrestarono un 68enne fornitore di gasolio per riscaldamento di Copertino, Giovanni Vantaggiato, grazie ad un lavoro accuratissimo sulle registrazioni delle videocamere di sicurezza della zona intorno alla scuola, che consentì di identificare la targa di un'auto usata dall'attentatore. Il 18 giugno del 2013 Giovanni Vantaggiato fu condannato per la prima volta all'ergastolo, pena confermata in tutti i gradi di giudizio.

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