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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Mesagne

Bomba della Scu in pieno giorno

MESAGNE – La Scu lancia un segnale allarmante, perché una bomba fatta brillare oggi alle 14,30 in una strada centrale come via Federico II Svevo, è una sfida. Non solo nei confronti della vittima, sempre l’imprenditore Luigi De Vicienti, ma anche della società civile locale e delle forze dell’ordine.

MESAGNE – La Scu lancia un segnale allarmante, perché una bomba fatta brillare oggi alle 14,30 in una strada centrale come via Federico II Svevo, è una sfida. Non solo nei confronti della vittima, sempre l’imprenditore Luigi De Vicienti, ma anche della società civile locale e delle forze dell’ordine.

L’ordigno di non trascurabile potenziale è esploso per fortuna quando nella strada non transitava nessuno. Visti gli effetti dell’onda d’urto, in caso contrario le conseguenze sarebbero state gravi sia per i pedoni, che per eventuali automobilisti. Sono saltati i vetri della sede di un’agenzia di assicurazioni di fronte all’abitazione di De Vicienti (che si trova al civico 11), e quelli di altre case sempre sul lato opposto della strada, ma sono stati danneggiati gli infissi anche di appartamenti alle spalle di quello preso di mira.

Le schegge di vetro hanno spazzato via Federico II Svevo per almeno venti-trenta metri intorno. Ora la polizia scientifica e gli artificieri stanno analizzando sul posto i residui dell’ordigno, per identificare il materiale esplosivo utilizzato e il tipo di detonatore. Nei confronti di Luigi De Vicienti, al quale il nuovo racket aveva chiesto a gennaio 300mila euro senza ottenere un centesimo, e che appena alle 21 del 26 luglio aveva subito l’incendio del portone scardinato oggi dalla bomba, a meno di un mese viene rinnovata la minaccia mafiosa.

Al momento dell’esplosione in casa non c’era nessuno. Forse gli attentatori lo sapevano, ma hanno colpito ugualmente perché volevano fare sapere che possono farlo in qualsiasi momento. Mentre per l’attentato di meno di un  mese fa il commissariato locale aveva individuato e denunciato due giorni dopo i due autori, immortalati dalle videocamere di alcuni sistemi di sorveglianza in funzione nella zona: Daniele Calò e Marcello Romano.

Mentre nei giorni scorsi, esattamente l’1 agosto, i carabinieri della stazione di Mesagne e della compagnia di Brindisi avevano arrestato Cosimo Giovanni Guarini, detto Maradona, e Vito Stano, dopo la scoperta sul terrazzo di casa dello stesso Guarini di una copiosa scorta di cartucce anche da guerra. E se si considera che Guarini è indicato dagli investigatori come l’emergente della malavita locale, all’indomani dei blitz che negli ultimi mesi del 2010 hanno azzerato i clan brindisini della Scu, non si può certo dire che a non ci sia pressione sulla criminalità locale.

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