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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Bonifica Micorosa aggiudicata con ribasso record. Ance: "Ingiustificabile"

"Inimmaginabile e ingiustificabile". Così il presidente di Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Brindisi, Pierluigi Francioso, definisce il ribasso record del 74 per centro con cui un'Ati guidata da un'azienda siciliana si è aggiudicata i lavori di bonifica e messa in sicurezza della discarica di Micorosa

BRINDISI – “Inimmaginabile e ingiustificabile”. Così il presidente di Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Brindisi, Pierluigi Francioso, definisce il ribasso record del 74 per centro con cui un’Ati guidata da un'azienda siciliana si è aggiudicata i lavori di bonifica e messa in sicurezza della discarica di Micorosa. Già in un precedente intervento, Francioso rimarcò che il comune avrebbe dovuto stornare le offerte anomale, impostando un bando di gara con l’automatica eliminazione delle stesse. 

Già, perché l’offerta presentata dalla ditta vincente non è l’unica “anormalmente bassa”. Almeno altre cinque imprese avevano presentato percentuali di ribasso oscillanti fra il 50 per centro e il 58 per cento. Una cosa che ha dell’incredibile se si tiene conto dell’importanza dell’opera in questione, per la quale il Comune di Brindisi aveva ottenuto un finanziamento di 48 milioni di euro (40 milioni attinti da fondi statali assegnati alla Regione; i restanti otto milioni elargiti dal ministero dell’Ambiente), di cui ne verranno utilizzati solo 28. 

Si tratta di un intervento da cui dipendono la salute dei cittadini e la sicurezza dell’ambiente. Questioni per le quali non si può andare al massimo ribasso. “E’ assurdo – commenta Pierluigi Francioso, contattato da BrindisiReport – non si può immaginare che si ritenga congruo un prezzo ribassato del 74 per cento. Sono convinto che se rimangono questi criteri di gara bisognerebbe trovare il modo di far intervenire dei tecnici che realmente operano nelle aziende e nella stesura dei prezzi per le imprese. Chi fa in modo teorico le valutazione di impresa su un ribasso di quel genere, sta fuori dalla realtà”.  

Francioso da tempo condanna la scarsa trasparenza delle procedure di gara riguardanti gli appalti pubblici, rivendicando l'introduzione di criteri basati sulla competenza nella Pierluigi Francioso-2composizione delle commissioni. Ma il presidente di Ance invita anche i suoi colleghi a un’assunzione di responsabilità. “Noi imprenditori – afferma Francioso – dovremmo metterci una mano sulla coscienza. L’adozione del criterio del massimo ribasso è anche una conseguenza della disponibilità delle imprese a lavorare a qualunque condizione. Con questo non voglio attaccare le imprese, in particolar modo le piccole e medie imprese, che sono l’asse portante dell’economia e che hanno una responsabilità della loro storia. Il problema è che in periodi difficili come questo, in cui gli stessi proprietari non godono delle stesse tutele dei propri dipendenti, ci si ritrova  a dover lavorare in qualsiasi condizione. Ma noi per primi dovremmo rifiutare questo ritmo e avere il coraggio di dire basta. Perché questo sistema è divenuto insostenibile”. (Nella foto a destra, Pierluigi Francioso)

Il ribasso da guinnes è stato condannato anche dall’opposizione. Il capogruppo consiliare di “Puglia prima di tutto” Massimiliano Oggiano, attraverso una nota definisce “incredibile l’aggiudicazione della gara da 40 milioni di euro con un ribasso del 74 per cento”. Ciò “induce ad una seria riflessione: o il computo metrico della stazione appaltante era sovrastimato, di fatto una gara pubblica falsata ab origine,  oppure, nonostante la commissione valutatrice  abbia certificato la congruità del  prezzo di ribasso, la società aggiudicatrice difficilmente riuscirà nell’opera”.

Oggiano attacca l’assessore  comunale all’Urbanistica, Pasquale Luperti, il quale a suo dire “non sa o forse fa finta di non sapere che le economie derivanti dal ribasso d’asta della gara in questione, a collaudo concluso quindi non prima di due anni, torneranno nella disponibilità della Regione Puglia”. 

“Dovrebbe sapere l’assessore Luperti  - prosegue Oggiano - che il finanziamento in questione rinviene dai  fondi originariamente stanziati come fondi Fas delibera Cipe 166/2007 transitati alla Regione Puglia attraverso l’accordo di programma quadro del 18/12/2007 tra Ministero dell’Ambiente, il commissario di Governo per emergenza ambientale, la Regione Puglia, la Provincia di Brindisi, il Comune di Brindisi e l’Autorità portuale di Brindisi avente per oggetto la messa in sicurezza, la bonifica ed il recupero dei suoli, delle falde delle aree marino costiere a partire da quelle pubbliche contaminate”.  

Massimiliano Oggiano“Ammesso che codesta amministrazione comunale – afferma ancora Oggiano - abbia l’autorevolezza di un ente pubblico che si rispetti e si attivi una sinergica azione di concertazione e condivisione tra le forze politiche che governano Comune di Brindisi, Regione Puglia e governo nazionale (tutti e tre guidati da una coalizione di centro sinistra con il Pd che ne è l’azionista di maggioranza relativa) per poter rivendicare il riutilizzo sul territorio delle economie del ribasso d’asta ammontanti a circa 20 milioni di euro, lo stesso non potrà che essere utilizzato per bonifiche o messa in sicurezza di siti inquinati all’interno della zona Sin dell’area industriale”. (Nella foto a sinistra, Massimiliano Oggiano)

E poi un “invito” finale rivolto a Luperti: “Se ne è capace, con la sua amministrazione, si attivi per chiedere una riperimetrazione dell’area Sin attivando l’esclusione di quelle aree libere che non hanno contribuito all’inquinamento innescando così l’immissione sul mercato di aree totalmente sfruttabili, e per le restanti aree consentire comunque le attività di manutenzione straordinaria ora precluse da interpretazione rigorosa da parte del Ministero della normativa vigente”.

Tornando alla bonifica di Micorosa, c’è anche una parte privata dell’intervento che verrà coperta dalla società Syndial con uno stanziamento superiore ai venti milioni di euro. La discarica, attigua al petrolchimico, contiene un’enorme quantità di fanghi industriali e veleni derivati da lavorazioni chimiche. Si tratta del primo stralcio di lavori previsti nell’area Sin di Brindisi. La seconda tranche verrà effettuata con un finanziamento pari a 25 milioni di euro stanziato, ciascuna per la propria parte, da tutte le grosse aziende attive nella zona industriale di Brindisi.

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