Botte per dividersi le zone di accattonaggio, quattro finiscono in carcere
BRINDISI – Padellate e colpi di spranga per l'elemosina. Dovevano accordarsi per spartirsi le zone in cui svolgere l'attività di accattonaggio, ma alla fine la discussione è degenerata in rissa. Tarda serata di venerdì, scoppia labaruffa sulla via del Camposanto, alle spalle c'è una casolare diroccato, ricovero di barboni purtroppo tutt'altro che tranquilli. Volano padellate e colpi di spranga, botte da orbi che costringono uno dei quattro soggetti individuati dagli agenti della sezione volanti al ricorso al pronto soccorso dell’ospedale Perrino.
BRINDISI ? Padellate e colpi di spranga per l'elemosina. Dovevano accordarsi per spartirsi le zone in cui svolgere l'attività di accattonaggio, ma alla fine la discussione è degenerata in rissa. Tarda serata di venerdì, scoppia labaruffa sulla via del Camposanto, alle spalle c'è una casolare diroccato, ricovero di barboni purtroppo tutt'altro che tranquilli. Volano padellate e colpi di spranga, botte da orbi che costringono uno dei quattro soggetti individuati dagli agenti della sezione volanti al ricorso al pronto soccorso dell?ospedale Perrino.
Adam Bartosz Miech Pytlakowski, 30enne di origini polacche, si presenta ? accompagnato dalla sua donna pressappoco coetanea - ai medici con i segni evidenti delle padellate rimediate nella rissa. L?ennesima, registrata nei pressi di uno stabile del rione Perrino, dove già pochi giorni fa un tedesco di quarant?anni era finito in manette per il furto di 20 euro, a seguito di un violento pestaggio ai danni di una giovane polacca. Nella rissa sono nuovamente coinvolti entrambi: Elge Busching (40 anni) e Elzbieta Sikora (27enne polacca), poi Antonio Mafredi, 26 anni, bloccati ed arrestati dagli agenti della sezione volanti guidata dal vice questore aggiunto Alberto D'Alessandro mentre si fronteggiavano a colpi di spranga.
L'accusa per loro è di rissa aggravata, lesioni personali, resistenza e minacce a pubblico ufficiale, porto abusivo di oggetti atti ad offendere. I quattro sono finiti nelle case circondariali di Brindisi e Lecce a disposizione del pubblico ministero Valeria Farina Valaori.